Il consigliere provinciale Claudio Cia (AGIRE) ha presentato negli scorsi giorni una proposta con la quale propone di aggiornare l’Accordo di programma tra Provincia e distribuzione organizzata trentina, denominato “Ecoacquisti Trentino”, affinché tra le azioni obbligatorie che mirano a favorirela riduzione dei rifiuti e la promozione tra i cittadini di comportamenti e acquisti più consapevoli, si introduca l’obbligo di riportare vicino all’indicazione del Paese di provenienza di frutta e verdura fresche, anche la bandiera a colori del corrispondente Paese in modo da evidenziare graficamente l’origine del prodotto, per incentivare il consumo di prodotti a filiera nazionale.
L'iniziativa parte dalla constatazione che l'82% degli italiani ritiene importante acquistare solo prodotti “made in Italy” per sostenere la nostra economia in questa fase di grande difficoltà legata all'emergenza Covid-19. Il dato emerge dalle risposte ad un recente sondaggio condotto nell'ambito dell'osservatorio coronavirus nato dalla collaborazione tra Swg e area studi Legacoop, per testare opinioni e percezioni della popolazione di fronte ai problemi determinati dall'emergenza in corso. Tra i vari appelli a comprare italiano anche quello degli agricoltori della Cia (Confederazione italiana agricoltori, che vanta 900mila iscritti), con numerosi inviti a comprare italiano per sostenere l’economia nazionale ed offrire un’azione di rilancio dell’agroalimentare italiano.
Claudio Cia evidenzia nella premessa della proposta come per i consumatori che desiderino acquistare con certezza i prodotti italiani non sempre è facile distinguerli nel marasma che invade i banconi dei supermercati. Tra i cibi per i quali è obbligatorio dichiarare l’origine delle materie prime vi sono ad esempio frutta e verdura fresche. La regola numero uno è certamente quella di leggere con grande attenzione le etichette dei cibi che si mettono nel carrello della spesa, ma non tutti i cartellini raccontano fino in fondo l’origine delle materie prime o sono di chiara e immediata leggibilità. La segnalazione e l’enfatizzazione dell’italianità sono certamente una risposta alla crescente richiesta di conoscere l’origine di quello che si acquista e alla preferenza espressa dai consumatori nei confronti dei prodotti agroalimentari made in Italy.
Il consigliere di AGIRE ricorda che la Provincia autonoma di Trento ha sottoscritto il 26 maggio 2010 un Accordo di programma con la distribuzione organizzata trentina, denominato “Ecoacquisti Trentino”. I punti vendita che ottengono il marchio "Ecoacquisti" attivano azioni finalizzate alla riduzione dei rifiuti e alla loro migliore differenziazione, e si impegnano inoltre a svolgere attività di sensibilizzazione e di informazione nei confronti dei cittadini al fine di incentivare la scelta di prodotti a minore impatto ambientale. Tra le azioni obbligatorie, che mirano direttamente a favorire la riduzione dei rifiuti, vi è la vendita di alimenti locali a filiera trentina. Estendendo il ragionamento è evidente che anche i prodotti della filiera italiana possano essere considerati preferibili rispetto a prodotti provenienti dall’estero, nell’ottica di incentivare la scelta di prodotti a minore impatto ambientale, nonché di sostenere l’economia nazionale.
Da qui l'idea di agganciarsi all'accordo già esistente per introdurre vicino all’indicazione del Paese di provenienza di frutta e verdura fresche, anche la bandiera a colori del corrispondente Paese. Per i prodotti trentini è inoltre previsto di affiancare alla bandiera italiana il marchio “Qualità Trentino” per i prodotti che ne rispettano i disciplinari, oltre all'impegno di veicolare tale iniziativa tramite i supporti informativi rivolti ai cittadini acquirenti già previsti nell’Accordo di programma.
E' una proposta semplice, che però mira a dare una risposta alla richiesta di sostegno ai prodotti delle filiere del Made in Italy che sale univoca dall'opinione pubblica, con i cittadini che da consumatori, e allo stesso tempo da lavoratori, sono più che mai consapevoli della necessità di offrire un’azione di rilancio dell’agroalimentare italiano in questa fase di grande difficoltà legata all'emergenza Covid-19.
Il testo della proposta completa.
Cons. Claudio Cia
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