Premesso che:
a partire dal 4 maggio i dati comunicati dal presidente Fugatti sul numero di nuovi contagi in Trentino hanno evidenziato un drastico calo, tale da permettere alla giunta provinciale di chiedere al ministro Boccia di poter aprire anticipatamente molte attività, eventualità che, stando ai dati di una settimana prima, risultava ancora essere motivo di rischio per la salute pubblica;
virologi ed esperti affermano che le aperture in sicurezza possono essere fatte qualora l’indice Rt, che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva, sia stabilmente sotto il valore 1 ed è per questo che il decreto del Ministero della Salute “Adozione dei criteri relativi alle attività di monitoraggio del rischio sanitario di cui all'allegato 10 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri pubblicato il 30 aprile 2020” definisce nel dettaglio le modalità di invio dei dati dalle Regioni per poter monitorare con precisione l’andamento dei contagi in Italia e programmare la Fase 2 evitando inutili rischi per la salute e il rischio di dover affrontare nuovamente un lungo periodo di quarantena e morte;
da tempo il già rettore dell’Università di Trento, professore Davide Bassi, raccoglie e analizza i dati della pandemia Covid-19. Sui nuovi dati dei contagi che il Trentino ha inviato a Roma ha trovato delle significative discrepanze e anomalie che ha subito segnalato all’Azienda sanitaria e al Ministero della Salute, che ha risposto parlando di fraintendimento da parte della Provincia di Trento;
la questione posta è riferita essenzialmente ai criteri che le Regioni adottano per segnalare i nuovi casi di positivi Covid-19 al Ministero della Salute, dati che ogni giorno vengono pubblicati sul sito della Protezione civile nazionale e alle nuove disposizioni dettate dalla circolare del 26 aprile 2020 che integra le precedenti con nuovi algoritmi per la raccolta e l’elaborazione più puntuale di dati assoluti e aggregati. In particolare sono stati scelti alcuni indicatori con valori di soglia e di allerta che dovranno essere monitorati, attraverso sistemi di sorveglianza coordinati a livello nazionale, al fine di ottenere dati aggregati nazionali, regionali, locali e di classificare tempestivamente il livello di rischio, in modo da poter valutare la necessità di modulazioni nelle attività di risposta all’epidemia;
sulla questione si è anche espresso il presidente dell’Ordine dei medici di Trento, Marco Ioppi: ''anche io negli scorsi giorni ho chiesto informazioni in Azienda sanitaria su questo nuovo sistema di comunicare i dati e nessuno ha voluto darmi una risposta. Il che è grave perché se si inizia a dubitare dei dati che vengono comunicati rischia di saltare tutto. La trasparenza con i cittadini deve essere non solo di facciata ma reale e trasparenza è anche ammettere di aver sbagliato'';
l’Apss, secondo una sua interpretazione, da maggio, invia come dati di nuovo contagio solo quelli riferiti ai positivi al tampone che abbiano manifestato i sintomi non più di cinque giorni prima dell'esecuzione del tampone; con il risultato che il Trentino è passato d'un tratto da una delle Regioni più colpite a una delle più "virtuose" d'Italia;
SI INTERROGANO IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA E L’ASSESSORA ALLA SALUTE
PER SAPERE:
1. quale parte della circolare, pubblicata il 30 aprile, fa riferimento all'invio di soli dati inerenti ai contagiati che abbiano manifestato sintomi non più di 5 giorni prima dell’esecuzione del tampone;
2. se c’è il rischio che i positivi sempre asintomatici ed i positivi con sintomi iniziati 6 o più giorni prima dell'esecuzione del tampone non siano più segnalati e di fatto usciti dalle statistiche;
3. se non si ritenga pericoloso per l'allentamento dell'attenzione pubblica sulla salute di tutti dare una comunicazione fuorviante che dia la sensazione che la pericolosità del contagio sia di colpo pressoché sparita dal territorio;
4. come si commenta la risposta del Ministero al prof. Bassi, che qualifica il criterio di conteggio dei dati sui nuovi positivi come “fraintendimento” e come si intenda risolvere l’equivoco;
5. perché non si pubblicano, sul sito della Provincia, tabelle esaurienti con i dati completi che vengono inviati al Ministero, e si insiste invece con una comunicazione parziale e imprecisa, che sembra essere ispirata ad esigenze di immagine della giunta provinciale e non di trasparenza nei confronti dei cittadini trentini.
PAOLO GHEZZI
LUCIA COPPOLA
Futura
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