Emergenza Covid-19: agire immediatamente, impostando azioni di medio-lungo periodo.
Ognuno di noi è consapevole di come l’emergenza Coronavirus abbia messo a dura prova il Paese e in esso il Sistema Trentino, purtroppo colpito in maniera estremamente violenta dalla pandemia.
Stiamo vivendo una situazione senza precedenti con sconvolgimenti che di fatto, rischiano di prostrare i tentativi di persone, famiglie, attività ed aziende di ripartire se non saremo in grado di reagire nel modo corretto e, soprattutto, alla massima velocità possibile.
Deve essere questo il modo, nel nostro ruolo di cittadini e politici, per ringraziare e aiutare - davvero - le trentine e i trentini che stanno da ormai due mesi reagendo in maniera esemplare al Covid-19, sopportando una estenuante quarantena, la limitazione delle libertà personali e dando l’ennesima prova di civiltà e caparbietà, tipica delle genti di montagna; necessario e dovuto, inoltre, un enorme ringraziamento a colori i quali sono ancora in prima linea: oss, infermieri, medici, Vigili del Fuoco, forze dell’ordine, professionisti, volontari e Protezione Civile; sono i nostri eroi civili, l’esempio vivente che dalla collaborazione nascono grandi risultati.
Pertanto il nostro imperativo, deve essere, ed è - ora che siamo entrati nella cosiddetta FASE 2 - quello di pianificare e attuare in tempi davvero rapidi strategie concrete di ripresa, utili al rilancio di tutti i settori sociali ed economici provinciali. Un’impresa tutt’altro che semplice, per realizzare la quale dovremo usare al massimo del suo potenziale la nostra Autonomia speciale, confrontandoci e perché no, prendendo esempio, se necessario, anche dal vicino Alto Adige con il quale dobbiamo lavorare in sintonia e condividere soluzioni e direttive - auspico anche la formazione di tavoli congiunti.
Un compito da svolgere tutti assieme, lo voglio ripetere, scordando minoranze e maggioranze, bandiere e colori politici: siamo trentini e il Trentino è la nostra terra e la nostra missione.
E’ questo il motivo per il quale ho accolto positivamente la scelta operata da tutte le opposizioni di lavorare a una serie di proposte specifiche da presentare alla Giunta riferite ai settori cardinali sui quali intervenire e, altrettanto positivamente, ho apprezzato la scelta del Presidente, dei suoi assessori e dei consiglieri di maggioranza, di ascoltare e accogliere le nostre proposte a partire dalle commissioni degli scorsi giorni, facendone parte integrate del piano per far ripartire il Trentino - collaborazione che ritengo vada ampliata il più possibile da ora in poi.
Un approccio sistemico, lo abbiamo definito nei documenti uno “schema di piano di interventi immediati” che ci ha inoltre permesso di confrontarci su articoli e contenuti del disegno di legge che ci accingiamo ad affrontare - indispensabile e davvero necessaria secondo me la revisione dell’articolo 34 e la cancellazione della proposta che prevedeva la liberalizzazione delle attività commerciali nelle aree produttive, che avrebbe causato enormi danni da un punto di vista urbanistico, come sottolineato anche dal collega Olivi - e che credo ne velocizzerà non poco la discussione e l’approvazione. DDL che, alla fine di questo Consiglio, sarebbe a mio avviso positivo venisse approvato all’unanimità dall’aula.
Senza elencare, per motivi di tempi e opportunità, tutte le proposte presentate e approvate in commissione, tengo a sottolineare due dati: il -13% previsto per il Pil del Trentino ( a fronte di un -10 a livello nazionale) e il rischio di vedere il bilancio provinciale alleggerito di ulteriori 350 o 400 milioni, timore al quale si aggiunge l’atteggiamento ondivago e poco chiaro dello Stato nelle ultime settimane che ha portato esimi esponenti di governo ad affermare che, virgolette d’obbligo, “siamo già stati aiutati abbastanza" -anche se proprio in queste ore sembra fortunatamente che qualche membro del governo stia aprendo finalmente alle nostre sacrosante richieste.
Ancora di più, in un siffatto quadro, dobbiamo essere in grado di restituire speranze e prospettive alle famiglie, ai lavoratori e ai titolari di aziende, sostenendo concretamente tutti i settori e l’economia in generale.
Oltre a rivedere il bilancio provinciale - andranno reperiti nuovi e ingenti capitali che potranno derivare, oltreché da un’oculata gestione e rimodulazione dei capitoli di spesa alla luce degli effetti del Covid, anche dalla concertazione con lo Stato e dall’ottenimento di fondi europei - sarà necessario iniettare nuova liquidità per rafforzare i sostegni, i contributi a tassi agevolati e a fondo perduto e ogni altra azione possibile per la tenuta e la rimessa in moto di imprese e per il mantenimento dei posti di lavoro e sarà necessario farlo ricorrendo anche all’indebitamento a medio-lungo termine. E sarà necessario farlo, perché no, anche grazie a dei Bond regionali sottoscritti dai Trentini date le ingenti giacenze presenti nelle nostre Casse Rurali. si tratta non di fare un salto nel buio ma di definire azioni speciali per esigenze speciali e qui - lo ripeto - dovremo dimostrare, come spesso fatto in passato, di saper utilizzare e modulare al meglio la nostra autonomia che non è privilegio, bensì capacità millenaria di autogestione e assunzione di responsabilità politica e sociale.
Siamo chiamati ad essere in poco tempo innovativi ed efficaci, a dare risposte a ogni cittadino e a supportare ogni lavoratrice o lavoratore: turismo, industria, artigianato, edilizia, formazione e scuola, sanità (e in essa il fondamentale ruolo degli ospedali di valle) innovazione tecnologica, liberi professionisti e partite IVA, lavoratori stagionali e precari, cultura, Terzo settore, e ogni altro ambito - impossibile enunciarli tutti - andranno analizzati, stabilizzati e supportati verso il rilancio: nessuno deve essere lasciato solo!
A mio avviso una priorità va data al comparto turistico - volano economico per noi fondamentale - già pesantemente provato da una fine di stagione invernale drammaticamente interrotta e con la stagione estiva già a forte rischio per salvare la quale abbiamo già fornito alcune idee e definito alcuni indirizzi nel documento delle minoranze intitolato “insieme per il cambiamento” del primo maggio e su cui confermiamo la nostra piena disponibilità a continuare a lavorare assieme al governo provinciale, se lo stesso lo vorrà.
Non possiamo esitare nemmeno un secondo: lavoriamo per mettere in campo strumenti flessibili; ad esempio, sarebbe davvero utile, e a tale scopo ho depositato alcune settimane fa una apposita interrogazione, la riattivazione di un sistema di voucher del tipo pre-2017 che, fermo restando la garanzia dei diritti principali dei lavoratori - su tutti contribuzione e assicurazione - potrebbero dare immediato slancio al mercato del lavoro. Parimenti ho richiesto, sempre tramite interrogazione scritta, di concertare con l’Unione europea per l’attivazione delle cosiddette “corsie verdi” per fare giungere in Trentino, in piena sicurezza dal punto di vista sanitario, e nel resto d’Italia, sia i necessari addetti alla raccolta dei prodotti ortofrutticoli, sia i lavoratori stagionali per alberghi, strutture ricettive ed esercizi commerciali in generale. Stiamo parlando, per ogni stagione, di 12.000 addetti circa per l'agricoltura e oltre 15.000 per il turismo.
Numeri davvero impressionanti che devono non solo far riflettere ma spingerci, se vorremo vederli confermati nei prossimi mesi e anni - senza mai scordare il formidabile traguardo delle Olimpiadi 2026 che dovrà trovarci pronti e al top del nostro potenziale ricettivo - ad agire subito. Per questo mi sia consentito dire che le decisioni prese in questo periodo di emergenza, in particolare riferite al comparto turistico ricettivo, dovranno essere quanto mai flessibili ma - nel modo più assoluto - caratterizzate da temporaneità, per scongiurare la trasformazione di volumi alberghieri in ulteriori seconde case.
Tornando al ddl, gli atti politici che ho deciso di presentare, vanno nella direzione appena esposta di contribuire in modo organico, utile e positivo alla ripresa.
Il primo ordine del giorno è dedicato alle imprese trentine e a favorire la continuazione del loro lavoro e la ripartenza di quelle attualmente chiuse. Per che ciò avvenga ho chiesto che con urgenza e decisione ci si confronti con il Governo per modificare l’interpretazione INAIL che ritiene il Covid-19 contratto sul luogo di lavoro non classificabile come malattia professionale bensì come infortunio sul lavoro. Una follia, come anche altri tanti colleghi l’anno definita, che di fatto sta strozzando la riprese di molte delle nostre aziende produttive (per citarne una che conosco bene La Sportiva, azienda d’eccellenza famosa a livello internazionale, era prontissima a ripartire a pieno regime ma tale scelta dell’INAIL ha giustamente spaventato la proprietà, impedendo a centinaia di lavoratori di tornare al lavoro). Su questo punto chiedo davvero che si faccia i fretta e si intensifichi il confronto con il livello nazionale.
Il mio secondo ordine del giorno è invece pensato per agire in particolare in favore dei lavoratori intermittenti dello spettacolo e del Terzo Settore, ma anche di agricoltura e pesca, che erano in gran parte stati fino ad oggi esclusi dalla possibilità di accedere a contributi e sussidi - ho richiesto che la cosa cambi, perché tutti i lavoratori sono importanti e dobbiamo riconoscere loro la stessa dignità. Per quanto riguarda gli emendamenti, vi tornerò in un successivo intervento.
Concludo, ringraziandovi per l’attenzione e per il proficuo confronto portato avanti in queste difficile settimane nell’auspicio, ma è già una certezza, che saremo in grado di lavorare al meglio per fornire alle nostre concittadine e ai nostri concittadini le risposte che chiedono e, soprattutto, meritano. Grazie!
cons. Pietro De Godenz
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