Tutti quelli che come me vivono la città di Trento, da alcuni decenni, hanno visto il loro amato “paesone” trasformarsi in brevissimo tempo in una piccola città con i problemi dei grandi capoluoghi italiani. È stata veloce la trasformazione, ma non così veloce da non permettere ai suoi cittadini di accorgersi di quanto stava accadendo giorno dopo giorno. E così, l’amministrazione comunale capeggiata dal Sindaco Andreatta decise di intervenire.
Ho in mente un ricordo ormai sbiadito in cui lessi sui giornali un articolone, seguito poi da numerosi altri articoli, in cui si raccontava di un nuovo inizio per la città di Trento: “Trento, città sicura”.
Il Comune aveva meticolosamente studiato una serie di attività per rendere di nuovo la città di Trento un luogo sicuro, nelle mani dei trentini. Sicuro per i residenti, sicuro per i negozianti, sicuro per i bambini e sicuro per i turisti. Ma sei sicuro? Certo, l’ho letto sul giornale! Da quel primo articolo sono passati tanti anni e la memoria è man mano sbiadita.
Cerchiamo allora di, è proprio il caso di dirlo, rispolverare un po’ quelli che erano gli interventi sbandierati per riportare Trento alla città sicura che ”tutti” vogliono. Ma siamo sicuri che lo vogliano proprio tutti?
Andiamo per ordine:
innanzi tutto si è deciso di implementare il Corpo dei Vigili Urbani con personale di guardia notturna e dotandoli di pistola. Bella idea, ma a cosa servono le pistole? Qualcuno ha mai pensato al fatto che nessuno vuole avere una responsabilità così grande tra le mani? Se per disgrazia dovessi aver necessità di sfilarla dalla fondina, è meglio che ci pensi molto bene (anche se non è certamente il momento migliore per fermarsi a pensare) perché, poi, dovrai risponderne personalmente e penalmente tu come individuo singolo e non come Corpo di Polizia Municipale. Inoltre, ricordati che “la difesa dev’essere pari all’offesa”. In sostanza, se un malintenzionato avesse in mano un machete, o te ne procuri uno anche tu o è meglio che tu stia a guardare. Nessuno ti difenderà, ma verrai attaccato ripetutamente. Ma questo i vigili lo sanno molto bene e lo sanno ancora meglio i malviventi, per cui sfrutteranno la cosa a loro favore. Non siamo in America.
Per l’idea dei taser, più o meno, è la stessa cosa. Non siamo in America.
Parliamo allora delle telecamere che sono distribuite in città. Sono praticamente inutili. Primo, non sono posizionate nei punti giusti per il controllo delle attività criminali, ma piuttosto per il controllo del traffico e delle infrazioni stradali. Infatti funzionano bene per la lettura delle targhe, ma non per il riconoscimento facciale, quindi assolutamente inutili per tale scopo. Secondo, anche se si verificasse qualcosa di poco lecito come ad esempio lo spaccio che avviene quotidianamente nelle piazze di Trento, nessuno è autorizzato ad intervenire. Perché?
E che dire del rafforzamento dei controlli? Tutti si chiedono come mai ci siano pattuglie in Piazza Dante, Santa Maria Maggiore, Santa Chiara ed altri luoghi stupendi (a memoria) se poi i nostri vigili hanno le mani legate? Non possono intervenire, e quello che tutti i giorni noi cittadini vediamo chiaramente alla più bella luce del giorno (spaccio, prostituzione, estorsione) resta impunito. Alla Polizia Locale non resta che controllare la viabilità, i litigi tra vicinato e le licenze dei locali pubblici. Insomma, nulla di tutto quello di cui la nostra città avrebbe estremamente bisogno per riportare un po’ di tranquillità e sana vitalità alla Nostra Trento.
E quindi mi chiedo: Trento, città sicura o Trento città sicura-mente? Per me, questo è il vero titolo che andava utilizzato, perché chi l’ha pensato non diceva di certo la verità.
Michael Iuni – membro del Coordinamento di Trento di AGIRE per il Trentino
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