Il Presidente dei Farmacisti Trentini ha fornito uno spunto di riflessione interessante sulla vergognosa speculazione in atto sul prezzo delle mascherine. Attualmente infatti i prezzi sono letteralmente lievitati: se un tempo una mascherina chirurgica a tre veli poteva costare dai 10 ai 20 centesimi, oggi siamo passati da € 1,50 a € 3,00 l’una. E in questo frangente si vogliono tralasciare i prezzi delle mascherine a quattro veli, a sei veli o le famose ffp1, ffp2, ffp3 con e senza valvola.
Sicuramente ci sarà qualche furbacchione (anche se il più delle volte, come nell’ultimo caso della frode a Genova, viene presto intercettato dalle Forze dell’Ordine e dalla Magistratura), tuttavia molte volte le farmacie e i piccoli rivenditori sono destinati inesorabilmente a subire le regole del mercato scatenando le ire dei cittadini, giustamente e comprensibilmente arrabbiati.
È chiaro quindi che – soprattutto in una fase emergenziale come quella che stiamo vivendo – la politica debba cercare un rimedio. Secondo quanto dichiarato dal Presidente Conte nella conferenza stampa di ieri sera, Domenico Arcuri (il commissario scelto per far fronte all’emergenza) provvederà a dettare delle linee guida sui prezzi delle mascherine lasciando un piccolo margine ai produttori evitando le speculazioni sulle necessità delle persone. Pare che inoltre sia previsto un secondo passo, dove verrà eliminata anche l’Iva, portando il prezzo delle mascherine chirurgiche attorno a 0,50 € (cosa che accadrebbe solo nel caso in cui il prezzo netto di partenza di tutte le mascherine chirurgiche fosse 0,50 – cosa un po’ difficile). Sono ormai note a tutti le doti da marinaio del Presidente Conte posto che, raramente, quello che annuncia in conferenza stampa trova un riscontro tangibile nella realtà, stando però a quanto dichiarato recentemente dall’OMS, il Covid-19 rischia di essere un virus recidivo, tale da costringerci cioè a portare le mascherine per un tempo indeterminato. Diviene quindi chiaro che – se così fosse – sarebbe difficile non chiamare tali strumenti “beni di primaria importanza” e trattarli come tali (con l’applicazione di un’Iva agevolata).
Un’altra soluzione potrebbe derivare dalla distribuzione delle mascherine ad opera della Provincia Autonoma di Trento, con acquisto e consegna a carico dell’Ente pubblico.
Infine un’ultima questione importante riguarda la comunicazione: è chiaro che ci sia una grande necessità di ristabilire un buon livello di disciplina e fiducia, così da evitare la corsa all’acquisto di mascherine. Secondo il sottoscritto sarebbe particolarmente importante che finalmente si spiegasse con chiarezza quale tipo di mascherina è in grado di fornire adeguata protezione per sé stessi e per gli altri. Si ricorda infatti che le mascherine ffp2 ed ffp3 con valvola non devono essere utilizzate dalla popolazione, ma ad esempio dal nostro personale sanitario che lavora nei reparti di terapia intensiva e che in questo momento ha dimostrato di essere un’eccellenza a livello internazionale.
Sergio Binelli
Segretario organizzativo di AGIRE per il Trentino
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