Presso la struttura dove svolgo attività di volontario, dove ci si prende cura di religiosi anziani, sono arrivati i NAS con un preciso obiettivo: fare accertamenti sulla mia persona. Sono felice, perché dall’esito delle verifiche è emerso che le prestazioni poste in essere dal sottoscritto “possono inquadrarsi in quelle indicate nel DL 14/2020”, evidenziando inoltre che all’interno della struttura nessun ospite risulta positivo al Covid-19.
Ciò che però non riuscivo a capire era come mai, in piena emergenza sanitaria, i Carabinieri si interessassero al sottoscritto, ma sopratutto non capivo chi li avesse mandati, con il rischio di esporre una realtà fino al quel momento immune dal contagio. Il controllo è avvenuto infatti pochi giorni dopo che avevo pubblicato una foto per testimoniare che, anche in questo tempo di lotta contro un nemico invisibile come il Coronavirus, continuavo a fare la mia parte: questo non certo per pubblicizzare un impegno che vivo con naturalezza da oltre 25 anni, ma semplicemente per rispondere alle cattiverie che mi accusavano di tenermi lontano dalla “prima linea”.
Ora apprendo da un quotidiano locale che l’accertamento è stato voluto dall’OPI provinciale, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche, lo stesso guidato da un Consiglio Direttivo che conta tra i suoi componenti un esponente di primo piano di Futura - già candidato alle provinciali 2018 e annunciato come candidato alle comunali 2020 -, partito che guarda caso è ben collegato proprio con il quotidiano che ha pubblicato la notizia riservata dell’accertamento (qui sì sarebbe interessante fare un accertamento) parlando di una “posizione sanata” da parte del sottoscritto. Che coincidenza! Probabilmente qualcuno sperava di delegittimarmi, sapendo dall’interno che da qualche mese non ero più iscritto all’OPI. Una cancellazione fatta volutamente per prevenire possibili accuse di conflitto di interesse nell'esercizio della mia funzione di Presidente della IV Commissione, che si occupa proprio di sanità. La troppa fretta di provare a cogliermi in fallo, ha evidentemente privato di lucidità chi avrebbe dovuto dedicare il proprio tempo a tutelare gli infermieri durante l’emergenza tuttora in corso.
Nonostante questo, prendo atto di essere un “osservato speciale” per l’OPI, e questo mi costringe a non considerare prioritaria la necessità di apparire imparziale nell’esercizio della mia funzione politica di Presidente della IV Commissione, e di iscrivermi nuovamente ad un Ordine ai miei occhi poco rassicurante e, ahimè, ancora politicizzato. È davvero triste realizzare che anche l’attuale OPI, così come il vecchio IPASVI capitanato dall’allora Presidente Luisa Zappini, è soggetto ai condizionamenti politici, sopratutto quelli che vengono da sinistra. Non voglio che altre persone vengano coinvolte nel tentativo di danneggiare la mia immagine.
Cons. Claudio Cia
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