Tutti gli specialisti ci dicono che l’emergenza legata al virus Covid-19 avrà, per almeno un paio di anni, delle importanti ricadute sul comportamento dei nostri cittadini. È infatti improbabile che, al termine dell’emergenza, tutto ritorni come prima, difficile anche prevedere che gli assembramenti di persone, anche quelli di modeste dimensioni (pensiamo alle persone che attendono il loro turno fuori dagli uffici pubblici e dei Caf), possano ritornare. Tuttavia la vita, soprattutto quella delle nostre aziende presenti sul territorio, va avanti e di certo non può permettersi di aspettare due (o forse più) anni. Se da un lato, per alcuni settori, un sistema di appuntamenti a turnazione può funzionare, ciò non si addice alle esigenze di turismo e all’agricoltura.
Nelle scorse settimane, infatti i sindacati hanno dichiarato che il fabbisogno di manodopera agricola per l’annata 2020 si aggira sulle circa 12.000 persone (lo scorso anno gli assunti complessivi in agricoltura erano stati 29.000) mentre lo scorso anno – per il solo mese di luglio (pur con una stagione diversa da quella che si prevede per quest’anno) – le aziende turistiche trentine avrebbero avuto bisogno di 3.500 tra cuochi e camerieri.
Se la misura, introdotta lo scorso anno, per permettere a disoccupati, studenti e neo-diplomati, di iscriversi nelle liste dell’Agenzia del Lavoro per lavorare come stagionali è stata sicuramente un esperimento interessante, è chiaro che quest’anno questa misura va potenziata per consentire ai lavoratori che a causa delle misure di contenimento del contagio sono sospesi in cassa integrazione e a quelli che non rientreranno o perderanno il lavoro (magari aggiungendovi anche i pensionati che volessero dare una mano) di potersi iscrivere nelle liste dell’Agenzia del Lavoro. È infatti noto che la legge consente di sospendere sia la Naspi che la cassa integrazione per lavorare e poi tornare a percepire l’ammortizzatore sociale. Già questa misura permetterebbe di colmare in parte il fabbisogno di manodopera con persone che già risiedono in Trentino (laddove invece fino a ieri il 75% della manodopera nei campi era rappresentata da stranieri).
Oltre a ciò potrebbe essere interessante re-introdurre i c.d. “Sportelli mobili” di Cinformi e dell’Agenzia del Lavoro – che potrebbero trovare sede nei palazzi delle Comunità di Valle – per agevolare lo svolgimento delle pratiche per l’assunzione della manodopera e come luogo d’incontro ideale tra chi offre e chi domanda lavoro, evitando che tutti gli imprenditori e candidati al lavoro si riversino a Trento (o nelle maggiori città) creando quei pericolosi assembramenti che potrebbero innescare una nuova infezione su larga scala.
Tale opportunità fa parte delle proposte portate all'attenzione dell'Assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro, Achille Spinelli, perchè possano essere prese in considerazione per i prossimi provvedimenti di sostegno provinciale nel post emergenza da Covid-19. L'obiettivo è dare immediato slancio ad alcuni settori strategici per risollevare la provincia, e oggi particolarmente in sofferenza.
Cons. Claudio Cia
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