Come ripartire con gli asili nido e materne? La chiusura e delle scuole dell’infanzia causa covid 19 ha messo in luce una criticità che va ben oltre il limite dell’emergenza sanitaria stessa. L’accudimento e l’educazione dei figli piccoli è molto cambiata. La storia ci insegna che questo ruolo è sempre stato svolto all’interno dalla famiglia fino all’età scolare. Negli ultimi decenni però, per motivi per lo più economici, questo importante lavoro è stato demandato ad un’istituzione esterna: ai nidi prima e alla scuola dell’infanzia poi. Molti bambini ormai passano molto tempo, forse troppo, fuori dall’ambiente famigliare.
In tempi di covid il quadro si complica ulteriormente, ma una riflessione sul comparto 0-6 anni non è più procrastinabile. La scuola deve collaborare nell’educazione con la famiglia, non sostituirsi ad essa. Le classi “pollaio” di 25 bambini, ad esempio, sono una realtà ormai assodata anche nelle nostre scuole dell’infanzia con permanenze di 8-10 ore e presentano molte criticità.
In questo contesto, il gruppo politiche sociali del coordinamento di Trento di AGIRE per il Trentino prova ad avanzare alcune proposte che possano essere valutate di concerto tra le varie autorità competenti nel caso in cui a settembre non si potesse rientrare a regime ordinario nelle classi. Le proposte servirebbero a tamponare un periodo di estrema difficoltà di gestione da parte delle famiglie.
In primo luogo, prevedere che all’interno di nucleo famigliare, qualora uno dei due genitori risultasse non al lavoro, il figlio o i figli in età 0-6 anni possa rimanere a casa.
Nel caso in cui entrambi i genitori fossero nelle condizioni di lavorare, prevedere la possibilità che almeno uno dei due possa accedere al lavoro da casa in modalità smart working. Sebbene consci che lavorando non si possa contemporaneamente essere genitore al 100%, risulta evidente che la situazione sia da valutare in forma temporanea, con l’ausilio di Provincia, Comune e datori di lavoro. L’alternativa potrebbe essere l’orario part time con i medesimi attori e i relativi limiti.
Qualora i genitori lavorassero e per entrambi non fosse possibile accedere alle richieste di cui sopra, prevedere alcuni incentivi affinché le famiglie possano agevolmente accedere al servizio babysitter, strutturando magari un’agenzia di regia, oppure restare nell’ambito parentale.
Dove possibile, incentivare più possibile lo sviluppo dei nidi aziendali che avranno comunque minor assembramento rispetto a quelli pubblici. Gli asili nido aziendali rappresentano delle realtà in molte aziende o enti ma non hanno ancora trovato riscontri locali importanti. Questo potrebbe proprio essere il momento per appoggiarne in ogni modo la creazione pensandola anche come prospettiva concreta per il futuro.
Auspichiamo che questa serie di proposte possa essere valutata da chi di competenza e che soprattutto non si perda tempo. Ci sono parecchi mesi per poter pensare e organizzarsi, ma non abbiamo neanche un giorno da perdere se vogliamo dare risposte alle numerose famiglie che potrebbero vivere questa situazione.
Sandro Bordignon - Gruppo Politiche sociali Coordinamento Città di Trento di AGIRE per il Trentino
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