Nello stabilimento di Borghetto d’Avio la parola d’ordine è responsabilizzare. L’amministratore delegato Enrico Bolla: “Le attenzioni messe in pratica in questi giorni rimarranno anche in futuro”.
Per continuare a lavorare in sicurezza è fondamentale coinvolgere e responsabilizzare i propri dipendenti, più che imporre direttive dall’alto. Questa la filosofia con cui si sta affrontando l’emergenza Coronavirus nello stabilimento di Borghetto d’Avio di Bertagni 1882, secondo produttore in Italia di pasta fresca con un fatturato annuo di oltre 100 milioni di euro. Continua formazione, chat dedicate, colloqui personali e adozione di misure sanitarie stringenti sono le principali soluzioni trovate dall’azienda per andare incontro alle esigenze dei propri lavoratori, che nel solo distretto trentino sono 150. Lavorare in tempo di crisi, per un’impresa del settore alimentare, vuol dire però anche dover far fronte ad un consistente aumento della produzione. Fondamentale in questa partita, con Bertagni che ha visto lievitare gli ordini fino al 40%, la collaborazione con Trentino Sviluppo e la Provincia autonoma di Trento che ha permesso l’anno scorso di inaugurare due nuove linee produttive.
«La preoccupazione principale - racconta Enrico Bolla, amministratore delegato di Bertagni 1882 - era rendere i lavoratori consapevoli della situazione. L’obbligo non è mai bello. Se dici a qualcuno che deve fare qualcosa, senza dare spiegazioni, si blocca. Importante era quindi rendere tutti consapevoli. Si sono responsabilizzati ad una velocità incredibile». L’azienda ci è riuscita creando una chat dedicata all’emergenza, avviando colloqui personali e facendo uso anche di cartellonistica all’interno delle aree di produzione. «Non è ovvio che io mi rivolga ad un mio collega con la mascherina indossata perfettamente, che non gli metta una mano sulla spalla, che mantenga da lui un metro di distanza. Tanti comportamenti vengono metabolizzati nel tempo e aver mantenuto un continuo dialogo ha velocizzato questo processo». Si è fatto leva sul senso di responsabilità non solo verso il consumatore, ma anche e soprattutto verso i propri colleghi. «Stiamo imparando ad essere tutti molto più rispettosi. Questo nuovo comportamento può diventare una nuova normalità: avere più rispetto per il prossimo è una parte che non dobbiamo perdere».
Bertagni 1882, che lavora per il 95% con l’estero, in questo periodo ha visto aumentare gli ordini anche del 40%. Un’impennata improvvisa e vertiginosa, difficile da sostenere. «Se avessimo avuto tre fabbriche, anziché due, in questo momento le avremmo fatte funzionare tutte. In questo senso è stato importantissimo quello che abbiamo preparato l’anno scorso con Trentino Sviluppo, perché il fatto di avere avviato altre due linee produttive nel 2019, una che è partita a luglio e l’altra a fine anno, è stato fondamentale per affrontare questa fase di emergenza». Un’attenzione verso lo stabilimento di Avio, suffragata anche dai numeri: 12 milioni di euro investiti nel solo biennio 2017-2019. Importante in questo momento di difficoltà, secondo Bolla, è anche la consapevolezza di poter contare sul sostegno dell’intero sistema provinciale. «La Provincia, Trentino Sviluppo, così come Confindustria Trento, ci hanno fatto sentire la loro vicinanza. Sapere che ci sono è fondamentale».
(g.n.) Ufficio stampa Trentino Sviluppo
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