Il Covid-19 ha impattato sulla vita di tutti. Uno stravolgimento sociale, economico e professionale che trasversalmente ha interrotto o modificato gli approcci al quotidiano di imprese, aziende, istituzioni scolastiche, e tutte le realtà culturali tra le quali i teatri e le scuole di teatro.
Fino a quando non ci sarà un vaccino, gli assembramenti di persone saranno un problema e non è un caso se nelle griglie della ripartenza i teatri sono gli ultimi. Si ipotizza il 31 dicembre 2020 per la loro riapertura. Un fermo obbligato di quasi un anno durante il quale queste realtà dovranno coprire costi di struttura per lo più legati all’affitto, al mantenimento della sede e alla remunerazione del personale. A differenza delle scuole di musica, che possono contare su finanziamenti programmatici da parte dell’ente provinciale, queste associazioni non ricevono sostegno economico per l’attività ordinaria di formazione. Se a questa situazione esse possono far fronte in situazioni normali, la chiusura obbligata a metà del percorso didattico le ha decisamente messe all’angolo.
È di pochi giorni fa il “grido di aiuto” di Spazio 14 pubblicato anche sulle pagine di un quotidiano locale. Estro, Emit Flesti e Portland vivono la stessa situazione di estrema difficoltà e si uniscono alla richiesta che l’Ente pubblico si attivi concretamente e in tempi stretti per facilitare il traghettamento verso tempi migliori.
Queste realtà operano a Trento da oltre quindici anni, danno lavoro ad una quarantina di professionisti del settore, e contano complessivamente oltre 800 soci, che a marzo hanno dovuto interrompere un percorso di formazione teatrale, per alcuni inteso come momento di aggregazione ma per tanti come strumento di conoscenza personale e culturale. Questo percorso manca oggi e mancherà sempre di più con il passare dei mesi.
Andrea Brunello, Mirko Corradini e Alessio Dalla Costa, direttori delle tre scuole, sentono il peso di questa mancanza e stanno cercando nuove vie di “trasmissione teatrale” telematica che ripropongano la magia di quell’incontro. Nuove vie che segneranno la didattica teatrale forse in modo definitivo cambiando non solo le due strutture ma anche l’idea stessa di cosa sia il teatro e la formazione.
Per cominciare i corsi di tutte le scuole, partiti a settembre, continuano in modalità telematica: non sono più i corsi di prima, ma gli allievi si stanno adattando proprio perché non vogliono rinunciare all’incontro: bambini, ragazzi e adulti in questi nuovi incontri hanno ritrovato socialità, amicizia, condivisione ed un barlume di allegria e visione futura.
La situazione è difficile ma nell’incertezza del momento si cerca e trova linfa innovativa ed entusiasmo per reinventare. Si lavora su monologhi anziché dialoghi, si prova la scrittura creativa, ci si allena sulla voce e sulla lettura interpretativa, si inizia a immaginare insieme quel che sarà, per prepararsi a viverlo ancora una volta fisicamente riuniti in futuro. Alcune classi continuano la didattica con lezioni frontali 1 a 1, andando a preparare dei monologhi destinati ad essere poi trasformati in showreel, per ripensare le possibilità di una performance di fine percorso che sfrutti le potenzialità del video, in mancanza della possibilità di abitare uno spazio fisico.
Ci sono anche nuove iniziative, oggettivamente piccole ma significative, ideate proprio in questo ultimo mese. Per esempio, al Portland si tengono gli “Stuzzichini”, una serie di incontri telematici durante i quali, a turno, gli insegnanti della scuola, propongono un’ora circa di lezione-chiacchierata su tematiche molteplici: si va dalla dizione allo storytelling, dalla drammaturgia al teatro fisico. Gli incontri sono gratuiti: per partecipare bisogna essere soci e presentarsi all’appuntamento con un aperitivo. Un modo alternativo e del tutto nuovo che da vita a nuove forme di socializzazione e conoscenza, oltre a sviluppare nuovi interessi o approfondirne altri.
Estroteatro propone corsi in video conferenza aperti agli iscritti della scuola, indipendentemente dalla classe frequentata, creando dei gruppi misti che hanno avuto il piacevole “effetto collaterale” di facilitare nuove conoscenze. I corsi di questo tipo sono basati principalmente sulla lettura e sulla dizione. Gli allievi della scuola Estroteatro hanno inoltre partecipato alla produzione di un audiolibro illustrato a puntate, Pinocchio di Collodi, messo gratuitamente a disposizione tramite diversi canali online (i profili social del teatro di Villazzano e di Nogara, tra tutti).
Gli allievi di Emit Flesti hanno chiesto di seguire approfondimenti su voce e dizione, sia in piccoli gruppi che individualmente, mentre un'altra opportunità di condivisione con allievi e pubblico è la “proiezione” sulla pagina Facebook dei video degli spettacoli prodotti dalla compagnia negli ultimi anni, per mantenere vivo il teatro in tutte le forme che questi tempi gli concedono di abitare.
L’obiettivo è dunque far mantenere viva la fiamma, fare vivere il teatro e chi lo abita, trasformando la quotidianità con spirito d’adattamento e innovazione nella convinzione che nonostante le difficoltà potrà comunque dar vita a qualcosa di inaspettato. Un cambiamento che solo l’arte può portare nella vita dei singoli.
Per supportare ed entrare a far parte di queste realtà, con donazioni o anche semplicemente diventandone soci, potete visitare i loro rispettivi siti web o i profili social.
Comunicato congiunto Scuole di Teatro: Portland, Estro Teatro ed Emit Flesti
Ufficio stampa Teatro Portland
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