Augurandoci che il presidente della Provincia (che oggi ci ha concesso solo un'oretta) trovi finalmente il tempo di coinvolgere anche le minoranze del Consiglio provinciale nella cabina di regia per ricostruire il Trentino, grazie al lavoro dei gruppi tematici di FUTURA anticipo alcuni punti strategici che saranno contenuti nel documento di proposta che invieremo alla giunta provinciale e agli esperti.
7 PROPOSTE DI FUTURO, SECONDO FUTURA
L'idea di fondo è mettere in campo tutti gli strumenti necessari affinché l'emergenza non crei ulteriore diseguaglianza tra cittadini e cittadine e tra settori economici e territori. Innanzitutto è indispensabile dare reddito alle famiglie e ai lavoratori e lavoratrici che prima e dopo il lockdown si trovino in una situazione di indigenza e fragilità economica, che porta con sé fragilità psicologica con risvolti negativi per tutta la società trentina. Gli strumenti che la Provincia già utilizza per rispondere a queste esigenze, in questa fase risultano troppo rigidi.
1. Iniezione di liquidità per le famiglie in difficoltà. Tra i 5 e i 10mila euro a famiglia, di cui mille o 2mila a fondo perduto. La parte rimanente quale prestito a tasso zero con inizio del rimborso posticipato (di uno/due anni). Grazie ai finanziamenti che Cassa del Trentino può ottenere da Cassa depositi e prestiti a tassi bassi, si potrebbero muovere - in ipotesi - dai 250 ai 500 milioni di euro, rivedendo l'utilizzo di uno strumento come il prestito d'onore utilizzato negli anni dagli studenti universitari grazie a un accordo con le Casse rurali (c'è già il software di gestione) e allargandolo a diverse platee come i lavoratori stagionali e autonomi o con contratti precari. L'erogazione dovrebbe essere velocissima e senza particolari meccanismi burocratici (vera semplificazione). Le domande devono poter essere fatte on line, compresa la firma dei documenti necessari. Per esperienza, il tasso di insoluti riguardo ai citati prestiti d'onore è bassissimo (inferiore al 5%) nonostante l'assenza di garanzie.
2. Oltre al congelamento degli affitti e delle spese condominiali Itea, va introdotto un reddito per l'emergenza attraverso la riconversione dell'Assegno unico provinciale prevedendo una espansione verticale (aumentando la soglia di reddito) e orizzontale (aumentando il numero di chi ne può beneficiare). È evidente anche la necessità di eliminare il criterio di residenza anagrafica continuativa per rendere lo strumento più inclusivo. Inoltre è necessario prevede un'accessibilità immediata e sburocratizzata.
3. Sblocco dei lavori pubblici. Verificare la quota di spesa pubblica attualmente bloccata in Trentino (oltre 115 miliardi di euro in Italia) tra contratti in essere e opere e servizi previsti e metterla in moto, dando la priorità ad interventi funzionali nel breve periodo per la tenuta di settori strategici dell'economia locale. Anticipo e immediato utilizzo del Fut (Fondo unico territoriale) per garantire lo sblocco dei pagamenti e l'avvio, in sicurezza, dei piccoli lavori cantierabili sottosoglia per dare avvio alla fase di ripresa e manutenzione delle comunità.
4. Il terzo settore per i servizi alle persone va sostenuto soprattutto con lo strumento della coprogettazione, garantendo nel breve periodo la continuità dei contratti in essere con gli enti locali e le scuole convenzionate, promuovendo strumenti nuovi per gli interventi a domicilio, assicurando l'erogazione di servizi indispensabili nelle fasce sociali più a rischio che sono aumentate durante la crisi.
5. Comuni e Comunità di valle devono essere coinvolti e responsabilizzati. Devono essere messi nelle condizioni di poter utilizzare a pieno gli strumenti di loro competenza tra cui alcuni fondi dedicati che possono essere inseriti, in parte, in un fondo intercomunale, gestito dalle Comunità di valle, per poter rispondere alle esigenze di cittadini in difficoltà o prevedere alcune azioni di riorganizzazione per poter facilitare la ripartenza anche grazie al supporto della rete del volontariato e delle categorie.
6. Sostegno particolare e differenziato ai settori più colpiti dal distanziamento sociale: pubblici esercizi, ristorazione, ricettività, spettacoli e lavoro artistico. Non solo attraverso sospensione prolungata della tassazione, contributi a fondo perduto (sull'esempio della Provincia di Bolzano) e prestiti a tassi agevolati ma anche garantendo assistenza e consulenza nella fase di riapertura per la riorganizzazione in sicurezza degli spazi di attività.
7. Smart working e telelavoro come diritti di tutte e tutti, in ogni zona del Trentino, incrementando gli investimenti nella fibra e nelle interconnessioni digitali e favorendo la diffusione delle tecnologie per il lavoro lo studio e il confronto sociale a distanza, con l'obiettivo di colmare il digital divide tra chi è superconnesso e chi è ancora sostanzialmente isolato nella propria casa.
Paolo Ghezzi
presidente gruppo consiliare FUTURA
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