Pare che in tempi di Coronavirus sia vietato coltivare il proprio orto. Lo si desume da una dichiarazione del Comandante della Polizia locale di Trento che, durante la diretta della task force sul Covid ha affermato: “Coltivare l’orto - ha detto Giacomoni, che ha spiegato di essere in contatto via chat con tutti i suoi colleghi delle valli per garantire una applicazione uniforme delle norme - non rientra tra le comprovate attività lavorative, a meno che non si parli di agricoltori di prima o seconda, né nei motivi di salute né in quelli di stretta necessità. In conclusione, il lavoro agricolo, se è hobbistico non si fa»
La popolazione trentina ha per tradizione un forte legame con la terra. Da sempre chi ha una piccola porzione di terreno, ubicato generalmente vicino alla propria abitazione, lo usa per la produzione di verdure per il consumo familiare. Un modo sano per vivere a contatto con la natura, alla ricerca di uno stile di vita sostenibile e di una corretta alimentazione.
Vietare la coltivazione del proprio orto familiare lo ritengo assolutamente sbagliato e non capisco come possa nuocere agli altri se il coltivatore rispetta le distanze di sicurezza e usa le protezioni idonee. Generalmente tra l'altro negli orti familiari ci si va da soli o al massimo con un altro familiare.
L'uso dei prodotti della propria terra permette altresì alle persone di evitare di frequentare più assiduamente supermercati e negozi dove la possibilità di contagio è molto più ampia.
Tra l'altro la coltivazione del proprio orto e l'uso dei suoi prodotti permette alle persone in difficoltà economica di risparmiare notevolmente.
Potrei capire il temporaneo divieto di coltivazione degli orti comunali dove è più facile l'assembramento, non certo quello della coltivazione del proprio orto nei pressi della casa o nelle strette vicinanze.
Ciò premesso interrogo il presidente della Provincia di Trento per sapere:
1. quale sia la sua posizione in merito al dichiarato divieto di coltivazione in tutto il Trentino degli orti da parte di chi non sia agricoltore di prima e seconda;
2. se non ritenga che coltivare il proprio orto, sito nella stretta vicinanza da casa, non comporti, se correttamente protetti e mantenendo la distanza di sicurezza, minor rischio che andare ad acquistare le verdure al supermercato;
3. se non condivida il fatto che molte persone, anche bisognose, risparmino parecchio denaro con la coltivazione in proprio di prodotti ad uso familiare;
4. se intenda rivedere questo divieto.
Cons. Lucia Coppola
Futura
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