I consiglieri provinciali di FUTURA Paolo Ghezzi e Lucia Coppola hanno scritto stamattina questa lettera a David Maria Sassoli, presidente del Parlamento Europeo e per conoscenza a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea.
Gentile signor presidente del Parlamento europeo,
l'Italia, come molti altri Paesi dell’Unione europea, sta affrontando una drammatica crisi sanitaria dovuta alla pandemia da COVID-19 e con essa altrettanto gravi difficoltà sia sociali che economiche.
Tuttavia siamo fiduciosi che questa crisi finirà e l’Italia troverà con la collaborazione dell’Unione europea la strada per superare l’emergenza sanitaria e per affrontare la sfida della successiva ricostruzione sociale ed economica.
Vi scriviamo da una Regione – il Trentino-Alto Adige/Südtirol – e in particolare dalla Provincia di Trento che è fra le più colpite dall’infezione da coronavirus e che probabilmente sconta anche gli errori dei responsabili politici che nella prima fase hanno sottovalutato il problema e non hanno assunto adeguate misure di prevenzione.
Crediamo che l’Europa possa e debba svolgere un ruolo molto importante per uscire da questa crisi. In gioco è la credibilità delle istituzioni europee e forse anche il futuro della stessa Europa. Le cosiddette “forze sovraniste” sono invece sempre attente a sfruttare ogni circostanza per mettere in discussione la stessa Unione europea.
A tale proposito, desideriamo portare alla sua attenzione un post pubblicato ieri dal presidente della Provincia autonoma di Trento sulla sua pagina ufficiale Facebook, nel quale esterna la propria delusione nei confronti dell'Unione Europea che avrebbe abbandonato il nostro Paese. Una opinione personale, accompagnata però da un video che mostra un attivista politico nel gesto di ammainare la bandiera europea, per poi annodarla e dichiarare che l'Europa è finita.
Riteniamo il post molto grave, per il contenuto oltraggioso del video, ma soprattutto perché lo ha pubblicato il presidente della Provincia autonoma di Trento, colui che rappresenta tutta la popolazione trentina, che dovrebbe garantire il massimo rispetto delle istituzioni nazionali e sovranazionali e che non dovrebbe permettersi, neppure sui social, di veicolare messaggi di questa superficialità e gravità.
Il Trentino è la terra di Alcide De Gasperi, grande statista italiano e una delle forze ispiratrici della creazione della Comunità economica europea. La sua esperienza, maturata nelle due guerre mondiali e sotto il fascismo, lo resero cosciente e interprete autorevole dell'importanza che avrebbe rivestito l'unità europea per curare le ferite causate dai grandi conflitti. Secondo la sua visione l'Unione europea non avrebbe sostituito i singoli Stati ma li avrebbe aiutati a completarsi vicendevolmente per creare una pace duratura nel tempo e una solidità economica.
Vorremmo qui ricordare inoltre Antonio Megalizzi, giovane giornalista trentino ucciso nel dicembre 2018 in un attacco terroristico a Strasburgo, dove si trovava per seguire una seduta plenaria del Parlamento europeo. Diceva: “Inseguo le mie passioni: il giornalismo e l'Europa”.
Per loro e per tutti quelli che hanno lottato per l'Europa unita e che oggi quotidianamente lavorano a quello che non è più un sogno, ma una realtà, dobbiamo rispetto, anche alla bandiera che li rappresenta.
Certo le criticità ci sono.
Le decisioni fin qui assunte a livello europeo – i consistenti fondi messi a disposizione dalla BCE e le misure di sospensione dei vincoli ai bilanci statali per quanto riguarda il debito pubblico – sono molto importanti e assolutamente condivisibili ma al tempo stesso auspichiamo che si trovi a breve una soluzione condivisa per attivare lo strumento dei cosiddetti “eurobond” assicurando, in prospettiva, sviluppo e fiducia nella popolazione.
Occorrerà trovare vie nuove, come seppero fare settant’anni fa i padri fondatori dell’Europa, perché siamo tutti consapevoli che niente sarà come prima. Lo dobbiamo alle migliaia di vittime di questa terribile pandemia. Lo dobbiamo alla nostra storia, al nostro presente e al nostro futuro.
Il gesto anti-europeista del presidente della nostra Provincia autonoma non ci rappresenta, non ci appartiene, non esprime il sentire della nostra comunità.
Le auguriamo buon lavoro, per il bene comune delle donne e degli uomini che vivono nella nostra provincia/regione e in tutta l'Europa.
Paolo Ghezzi e Lucia Coppola
consiglieri provinciali della Provincia autonoma di Trento
consiglieri regionali della Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol
Il link al post del presidente Fugatti
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