Le osservazioni e le proposte dell'Asat alla Provincia per l'attivazione di provvedimenti a favore delle imprese in relazione alla crisi correlata all'emergenza Coronavirus.
L’Asat propone di quantificare le perdite attraverso una serie di parametri oggettivi e certificati dai bilanci aziendali.
L’Asat «chiama» la Provincia ad intervenire a copertura dei danni sostenuti dalle imprese alberghiere e del turismo a causa dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus. Le misure di sostegno economico che il Governo provinciale si prepara a varare dovrebbero, suggerisce l’Asat in un documento di osservazioni e proposte inviato oggi all’attenzione del presidente della Provincia Maurizio Fugatti e degli assessori al turismo Roberto Failoni e allo sviluppo economico Achille Spinelli, tenere conto degli effettivi danni sostenuti dalla singola impresa. E, per fare questo, andrebbero valutati alcuni parametri economici (fatturato, costo dipendenti, assicurazioni, ammortamenti, affitti di azienda, locazioni o canoni, costi di promozione, tasse e imposte locali, interessi passivi) identificativi dello «stato di salute» dell’azienda, di carattere oggettivo e certificati nei bilanci aziendali e presso l’Agenzia entrate.
Il presidente dell’Asat Giovanni Battaiola, facendosi portavoce dell’Associazione e delle esigenze dei suoi associati, aggiunge che «è fondamentale aiutare e stimolare le imprese verso la riapertura (ovviamente appena possibile), risarcendo chi si accolla il rischio di una perdita certa». La mancata apertura non va solo interpretata, infatti, come una perdita pesante per l’azienda stessa. Ma anche come danno all’immagine di sistema territoriale turistico e come ricaduta sociale negativa (dipendenti che non vengono assunti). «Quindi - prosegue Battaiola - in caso di riapertura con andamento insufficiente, le aziende in difficoltà andrebbero sostenute per la parte di preponderanza dei costi fissi. Importante, per le aziende che riapriranno in presenza della crisi o in condizione di mercato depresso, l’abbattimento dei costi del personale, che può fungere anche da “incentivo” alla riapertura stessa e alla domanda e produzione di beni e servizi. Assumendo, inoltre, un ruolo di sostegno all’occupazione e al reddito». «Mentre - aggiunge - in caso di mancata apertura, è sempre l’identificazione dei costi fissi ad essere pienamente rappresentativa del danno sostenuto dall’impresa e, quindi, dell’entità dell’intervento economico di sostegno necessario».
In tale contesto va sottolineato che il settore alberghiero è tra i primi dieci settori più colpiti dalla crisi legata all’emergenza Coronavirus. Il Cerved stima una perdita complessiva di ricavi, con riferimento al 2019, del 37,5% nell’ipotesi che la ripresa economica avvenga a maggio e del 73,3% nel caso più pessimistico in cui la ripresa trasli a dicembre (nel caso del settore extralberghiero le percentuali sono rispettivamente del 31,3% e del 64,2%). Nel caso delle imprese del turismo, ma il discorso vale su scala generale, l’assenza di ricavi è accompagnata, comunque, dalla generazione di costi fissi di carattere gestionale. E questo, ha riflesso immediato sulle risorse finanziarie e sulla liquidità, impedendo alle imprese di far fronte alle uscite correnti. Dal punto di vista economico ciò produce una perdita immediata e, in breve tempo, la sopravvivenza dell’azienda stessa può essere compromessa. «Questo problema - sostiene il presidente dell’Asat - va affrontato subito e senza esitazione, poiché senza le imprese non vengono prodotti reddito, occupazione e risorse per il bilancio pubblico.
Tra le proposte dell’Asat alla Provincia anche quella di immettere liquidità a favore delle aziende. Molto è già stato fatto con il Protocollo sul credito sottoscritto dalla Provincia e dagli istituti creditizi, che prevede una moratoria a dodici mesi sui mutui e finanziamenti a tasso zero per due anni con restituzione in un’unica soluzione dopo 24 mesi. «Vogliamo, però, ribadire - dice - che deve essere fatto il massimo sforzo per immettere liquidità a breve e a favore delle aziende bisognose. E questo massimizzando la velocità di erogazione e riducendo al minimo i vincoli burocratici e amministrativi. Allo stesso tempo auspichiamo che il sistema creditizio sostenga le aziende che affrontano progetti di investimento, senza che esse vengano penalizzate a seguito dell’utilizzo di linee di credito “straordinarie” per la liquidità e il pagamento di costi fissi».
L’Asat spezza una lancia anche a favore dell’incentivazione alla patrimonializzazione delle imprese. «Potrebbe apparire un tema “stonato” nel contesto attuale - aggiunge Battaiola - ma è invece un punto determinante per prepararsi al futuro riqualificando le imprese e anche per contribuire all’attività degli altri settori economici. Gli investimenti vanno sostenuti con il rafforzamento delle risorse sugli strumenti contributivi già esistenti. Confido, infine, che venga riattivata e rifinanziata la procedura in compensazione fiscale fino a 500mila euro».
Tra gli interventi che l’Asat ritiene urgenti vi è la necessità a procedere con la sospensione di tutte le imposte e tasse locali per un congruo periodo di tempo. Senza escludere la possibilità di una loro effettiva e definitiva cancellazione.
«Siamo consapevoli - termina Battaiola - che le risorse economiche e finanziarie per attivare tali interventi sono rilevanti. Perciò chiediamo alla Provincia di effettuare una rivisitazione degli impegni secondo criteri di priorità del bilancio, pensando a iniziative di intervento da finanziare a debito».
Il testo del documento integrale inviato nel pomeriggio di oggi al presidente della Provincia Maurizio Fugatti e agli assessori Roberto Failoni e Achille Spinelli.
Ufficio Stampa Associazione Albergatori ed Imprese Turistiche della Provincia di Trento (ASAT)
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