Analisi dei tamponi per l’Azienda sanitaria, attività di divulgazione scientifica e servizi a supporto della cittadinanza: l’ateneo si mobilita. Deciso oggi dal Consiglio di Amministrazione dell’Università di Trento uno stanziamento straordinario per finanziare le attività avviate nei giorni scorsi dai vari dipartimenti dell’Ateneo. Il presidente Finocchiaro: «Mettiamo competenze, risorse e energia a servizio del territorio, delle istituzioni e delle aziende».
Anche l’Università di Trento fa la sua parte nel contrasto al Covid-19. Il Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo, riunito oggi in seduta straordinaria per via telematica, ha deliberato, su proposta del rettore Paolo Collini, uno stanziamento specifico di un milione di euro per l’emergenza Coronavirus, cifra che verrà attinta dai residui di bilancio. La dotazione straordinaria servirà a finanziare per gran parte le attività condotte dal Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata (Cibio) in supporto all’Azienda provinciale per i servizi sanitari (soprattutto la possibilità di realizzare fino a 30 mila tamponi). Ma non solo: previsto anche il sostegno finanziario all’organizzazione di altre attività di ricerca, servizi di supporto e divulgazione scientifica rivolti alla cittadinanza promossi e in parte già avviati da altri dipartimenti dell’Università di Trento.
«Con questo stanziamento straordinario l’Ateneo vuole partecipare concretamente allo sforzo collettivo che vede impegnate in questo momento le istituzioni e i privati nella lotta alla pandemia» ha commentato il presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Trento Daniele Finocchiaro. «Il nostro è un contributo che si basa sulla conoscenza scientifica, sull’esperienza e sulle competenze. Ma in questi giorni, come abbiamo potuto apprezzare, si fonda anche sulla disponibilità, sullo spirito di servizio e sulla creatività dei nostri ricercatori e ricercatrici, del personale amministrativo e tecnico che ha voluto essere ancora più coinvolto e fare di più per la collettività. Abbiamo mostrato un’università che sa adattarsi alle difficoltà e che accetta le sfide dei cambiamenti improvvisi, allenando creatività e spirito di iniziativa. Mettiamo queste energie a disposizione dei cittadini trentini anche attraverso il sostegno al sistema pubblico, ma anche delle aziende chiamate a reinventarsi in questo momento difficile. Vogliamo dare una mano e lo vogliamo fare anche con uno sforzo economico sul nostro bilancio, senza pesare sulle risorse destinate dal sistema pubblico ad altri soggetti coinvolti nell’emergenza. Proprio per questo abbiamo scelto di attingere le risorse dai residui di bilancio».
Le attività finanziate - Lo stanziamento da un milione deciso oggi dal Cda di Ateneo sarà per gran parte destinato a finanziare alcune attività condotte dal Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata (Cibio) per contribuire all’emergenza. Il Laboratorio “Virus Cell Interaction” supporterà l’Azienda provinciale per i servizi sanitari nei test diagnostici per rilevare, ove presenti, le infezioni attive o per definire chi sia entrato in contatto con il virus sviluppando immunità protettiva. Si occuperà anche di analizzare il virus che circola in Trentino per verificare la presenza di peculiarità che lo potrebbero contraddistinguere da altri ceppi. Per farlo sarà sviluppato il test di analisi dei tamponi grazie alla realizzazione in house anche dei reagenti, al momento difficili da trovare sul mercato a causa della forte richiesta. Un’attività possibile grazie al coinvolgimento di un centinaio di volontari esperti. Si prevede di realizzare grazie a queste risorse fino a 30mila tamponi.
Il Dipartimento inoltre metterà a punto un saggio sierologico per screening istantaneo di anticorpi contro SARS-CoV-2, che potrebbe consentire una maggiore attendibilità rispetto a quelli già presenti sul mercato. Una ricerca condotta dal team del virologo Massimo Pizzato con il Francis Crick Institute di Londra si propone di mappare finemente la parte del virus più appropriata per consentire la rilevazione di anticorpi in tutti i pazienti, per poi allestire un saggio sierologico rapido da usare in tempi brevi. Uno studio già condiviso con l’Apss, che potrebbe presto prendere parte al progetto. Infine il Dipartimento utilizzerà parte dello stanziamento per studiare la sequenza genetica del coronavirus che circola in Trentino per analizzarne possibili polimorfismi se paragonato con altri ceppi virali.
Le altre iniziative che saranno finanziate con il fondo straordinario UniTrento riguardano progetti attivati su base volontaria da altri dipartimenti dell’Ateneo. In questa voce rientrano, ad esempio, le iniziative già attive promosse in occasione della quarantena dal Dipartimento di Psicologia e scienze cognitive con lo sportello per famiglie, genitori e persone in difficoltà, la consulenza psicologica estesa a tutta la cittadinanza. Ma anche le attività di validazione e certificazione dei materiali nella produzione di dispositivi di protezione individuale avviata ad esempio dal Dipartimento di Ingegneria industriale. Da segnalare anche i cicli di incontri e seminari - alcuni già attivi, altri in via di definizione - per via telematica organizzati ad hoc da vari dipartimenti.
(a.s.) Ufficio stampa Università di Trento
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