Ai giorni nostri, si tende a dimenticare che alla base dell’Accordo Degasperi-Gruber, siglato nel 1946 a Parigi, vi erano anche disposizioni di tipo economico, collaborativo e volte alla rinascita, dopo il buio periodo causato da due conflitti mondiali. Ci vollero 3 anni, ma nel 1949 fu siglato a Roma l’”Accordino”, un trattato mirato a garantire il traffico agevolato di merci, dal punto di vista dei dazi doganali, tra il Trentino Alto Adige da un lato e i Länder austriaci del Tirolo e del Vorarlberg dall'altro. Questa fu un’altra delle geniali intuizioni di questo patto, in quanto ha consentito di riattivare quel tessuto di scambi di uomini e di merci che per secoli ha costituito la principale ricchezza delle Alpi.
Con il passare degli anni il valore operativo dell'intesa è andato poi perdendosi nel quadro di un'Europa nella quale progressivamente le barriere doganali degli Stati venivano demolite sino a sparire definitivamente, anche se, alla luce dei risvolti sulla questione “Tir al Brennero”, qualcuno pare essersi dimenticato delle garanzie derivanti da patti garantiti dal diritto internazionale. Ciò nonostante l’Accordino, dal quale sono poi nate esperienze come l’ArgeAlp e l’Euregio, dimostra anche ai giorni nostri la sua importanza.
È infatti sotto gli occhi di tutti il fatto che l’emergenza Covid-19 ha visto le Province autonome di Trento e Bolzano lavorare separatamente (mantenendo la distanza a ben più del metro che le direttive del decreto del Presidente del Consiglio prescrivono) quando invece avrebbero potuto unire forze, contatti ed esperienze, per combattere assieme contro la diffusione del virus. Ciò avrebbe permesso, se non altro, almeno di ridurre costi e perdite. È ormai troppo tardi per chiedere un’intesa che faccia convergere lo sforzo delle due Province in un’unica direzione per combattere la diffusione del Covid-19. Quello che si può fare, alla luce degli ultimi dati e degli scenari che si prospettano e che ci parlano di numeri da Terza guerra mondiale, è l’attivazione di un tavolo regionale (ma potrebbe essere euro-regionale, o magari addirittura delle regioni alpine, come fu l’ArgeAlp) per quelle che sono la gestione sanitaria ed il rilancio economico della nostra Regione al termine di questa prima emergenza.
Ciò consentirebbe non solo di intervenire con rapidità ed efficacia nelle materie sanitarie (con lo scambio dell’esperienza dei medici nella cura e nel trattamento dei pazienti, la produzione e la circolazione di dispositivi di protezione individuale, il controllo ai confini, ecc.) ma anche di progettare la futura ripresa economica attraverso il traffico in sicurezza di merci e persone in base alle esigenze dei vari territori. L’unione delle forze di queste terre, in primis all’interno della nostra Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol, ci consentirebbe una miglior pianificazione degli interventi, un maggior controllo della spesa pubblica (per la legge dei grandi numeri, visto che le due Province intervengono spesso con provvedimenti analoghi) e una maggiore tempestività nell’azione.
Tutto ciò perché agendo in questo modo la politica si adatterebbero a ciò che, all’interno delle genti alpine, avviene per natura, ovvero il dialogo e lo scambio.
Claudio Cia – Assessore regionale agli Enti Locali
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