Ho letto con attenzione l’emendamento che il consigliere Claudio Cia ha prima presentato e poi ritirato preannunciando un ddl, in riferimento alla Legge 16/2005 che, a suo dire, avrebbe creato negli anni problemi al comparto edilizio provinciale e andrebbe sospesa o, peggio ancora, cancellata.
Unendomi ad altri interventi, provenienti da colleghi Consiglieri e anche da Sindaci del Trentino che molto bene conoscono la questione, vorrei proporre alcuni ragionamenti.
A conti fatti, possiamo certamente affermare che la legge in questione non abbia ingessato la provincia di Trento ma invece abbia - e questo è indubbio - evitato a molti imprenditori di lanciarsi a capofitto dentro quella bolla immobiliare che poi nel 2009 ha travolti i più incauti. Oggi molti lo ammettono anche perché, e chi ha memoria non potrà che confermarlo, molte imprese edili si erano praticamente trasformate in immobiliari. Pertanto, la “Legge Gilmozzi” non solo ha evitato una ulteriore ondata di consumo di suolo, ma a ridosso dello scoppio della più grande crisi economica dopo il ’29 - quel 2008 che ancora segna la nostra economia - partita proprio dallo scoppio delle bolle speculative immobiliari, ha evitato o almeno calmierato gli effetti sul sistema economico ed in particolare proprio sull’edilizia.
E oggi che siamo chiamati a fronteggiare un’altra crisi - che sarà diversa ma avrà certamente forti ripercussioni sulla nostra economia - mi sia permesso dire che, a mio avviso, è sulla produzione di nuovo reddito che dobbiamo agire prontamente per uscire dalla crisi, tralasciando la speculazione.
Dobbiamo rilanciare il turismo, principale volano della nostra economia, favorendo gli investimenti alberghieri; questo va fatto se vogliamo metterci al passo dell’Alto Adige che oggi investe molto più di noi, e non certo favorendo ancora la rendita dell’edilizia speculativa, la ripartenza della quale, tra il resto, sarebbe una nuova mazzata per l’edilizia, che tornerebbe ad occuparsi di immobiliare invece che della sua attività tipica. Sarebbe, poi, l’errore più macroscopico in vista delle Olimpiadi 2026, stimolante e grandissima sfida che dobbiamo affrontare e vincere, a partire proprio dalle scelte economiche.
Pertanto, non blocchiamo la legge esistente permettendo, nuovamente, il proliferare delle seconde case e delle speculazioni, che tanto hanno nuociuto a tutto il Trentino ma ripartiamo dalla qualificazione alberghiera, dall’efficientamento energetico e dalla riqualificazione architettonica. Vi sono già buone basi come, ad esempio, il progetto “il tuo condominio green” pensato sul finire della scorsa legislatura per il recupero energetico degli edifici che -se attuato- potrebbe da solo cominciare un vero rilancio del comparto edilizio. Ma dobbiamo, tutti, fare di più per scegliere non la via più semplice e di breve respiro ma quella più giusta e positiva sul medio lungo termine. Una via che sarà capace di farci tornare a correre, come Provincia e come imprese dell’edilizia e del turismo. Servono progetti nuovi che sappiano unire investimenti sugli Hotel, a partire da quelli da recuperare che spesso vanno oggi all’asta per una miseria e poi non vengono valorizzati, a una nuova imprenditoria, pensando in maniera particolare ai giovani e nuovi imprenditori che potrebbe trovare nella Cooperazione trentina, anch’essa certamente bisognosa di ripensarsi e rilanciarsi, un interlocutore solido. In questa partita, ovviamente, anche la Provincia Autonoma di Trento, magari attraverso un apposito fondo provinciale gestito da Trentino Sviluppo, potrebbe assumere un forte ruolo di supporto. Siamo in difficoltà ma possiamo compartecipare a realizzare nuove forme virtuose d’economia, imprenditoria e rilancio. Non perdiamo tempo e occasioni. Lavoriamo per un futuro solido e duraturo.
cons. Pietro De Godenz
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