Nelle scorse giornate, su uno dei quotidiani locali, il docente universitario, costituzionalista e già senatore, Francesco Palermo ha dichiarato: “L’emergenza è il peggior nemico della Costituzione” perché “taglia come un coltello nel burro tutte le garanzie costituzionali”. Uno dei diritti che, a mio avviso, il Covid-19 ha messo più in pericolo è quello all’istruzione. È infatti chiaro a tutti che – l’improvvisa chiusura delle scuole – ha messo in difficoltà sia gli studenti (e le relative famiglie) che gli insegnanti.
Nei primi giorni a casa sono arrivate e-mail con password e credenziali per attivare indirizzi e-mail ufficiali dello studente, poi si sono susseguite le indicazioni per accedere a “ClassRoom”, “quaderno elettronico”, dopo sono arrivate le indicazioni dai diversi professori per i compiti: chi li manda per e-mail, chi sul registro elettronico alla sezione “Materiale” o “Argomenti” e chi ancora preferisce un altro strumento: “Mastercom”. Tutto ciò agli orari più disparati: capita di ricevere e-mail alle due di notte che avvisano gli studenti per la video-lezione che si terrà alle 7:55 di mattina. Un delirio per i professori che si vedono recapitare centinaia di e-mail dagli studenti con metodi diversi, un delirio per gli alunni o studenti con l’ansia che qualche scadenza o compito sfugga, un delirio per i genitori costretti ad impartire lezioni di organizzazione ai propri figli: per noi i primi giorni sono stati un caos scandito dal ticchettio dei giga dei telefoni che fa il conto alla rovescia. Sì, perché non tutti hanno gli stessi strumenti. È stato allora che ci siamo soffermati a pensare a chi magari non ha un computer, un iPad, uno smartphone, una stampante, una connessione rete, una webcam, uno scanner o magari alle famiglie numerose che dispongono solamente di uno o due strumenti, ma che non consentono a tutti i figli di connettersi al contempo per seguire le video-lezioni. Oppure a chi – avendo dei bisogni speciali o delle difficoltà (DSA ecc.) – fatica a seguire il tutto in piena autonomia.
Quello studente che non dispone dei mezzi necessari dove sarà? Non è detto che sia svogliato. Non tutti gli alunni ad oggi riescono a seguire le video lezioni e, a giudicare dall’e-mail inviate dai professori ancora per sollecitare di iscriversi, non hanno riscontro nemmeno via mail. Dove li abbiamo persi? Pelandroni o mancanza di mezzi?
Quello all’istruzione è un diritto importantissimo, ed è fondamentale che tutti siano messi nelle condizioni di poterne fruire al meglio: sia gli studenti che i professori. Ai nostri politici il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, come dice la Costituzione all’art. 3, “limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
Elena Sester – Vice-Segretario Politico di AGIRE per il Trentino
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