Era il 25 febbraio del 2015 quando le prime pagine dei quotidiani locali annunciavano la scelta del sottoscritto come candidato sindaco del centrodestra per la città di Trento. Per me un'avventura inaspettata e un'esperienza positiva che mi ha permesso di conoscere meglio la città, portando ad un risultato importante, sfiorando il ballottaggio.
A distanza di 5 anni, sfogliando i giornali, mi accorgo che nulla è cambiato. E così, nel consueto spazio che viene ampiamente dedicato al candidato sindaco di sinistra e Patt, Ianeselli, si parla di programma, o meglio di annunci di programma visto che tutti i candidati lo depositeranno a fine marzo. Più trasporto pubblico, tempi di rilascio delle concessioni edilizie che vanno drasticamente ridotti, funivia per il Bondone “in project financing”, riqualificazione di piazza della Mostra, ma anche la sicurezza è diventata adesso un tema della sinistra che ora vorrebbe “agire anche con la repressione e con una polizia locale più presente”.
E’ come un déjà vu. Erano infatti tutti punti del programma amministrativo del centrodestra alle comunali 2015! Invito a confrontare i punti citati (in allegato il programma 2015 del centrodestra). Non che comprendere le esigenze della città sia appannaggio esclusivo di qualcuno, ma dal candidato che si dichiara come antagonista del centrodestra autonomista ci si sarebbe aspettati uno sforzo maggiore di differenziazione.
Molti hanno infatti notato che ogni volta che Ianeselli viene chiamato a confrontarsi nel merito dei temi con il candidato del centrodestra Alessandro Baracetti, lui devia il discorso, polarizzando lo scontro tra se stesso e la Lega, palesando uno scarso rispetto per le altre forze politiche del centrodestra, ed evidenziando la vacuità della coalizione che lo sostiene: qualcuno è infatti ancora alle prese con le spaccature interne, basti pensare al Patt, diviso tra i personaggi alla Pattini, che si sono trasformati nelle groupie di Ianeselli, e gli autonomisti di lunga data che si vergognano di sostenerlo apertamente.
Sovranismo, chiusura, barriere, odio… sono le parole chiave che Ianeselli sta attribuendo alla sua controparte, ripetendole come un mantra per infondere negatività e spaventare i cittadini, rivelandosi così un prigioniero della sua stessa ideologia, che solo a lui da vantaggio, ma che di fatto vuole dividere i cittadini. Io invece credo che per affrontare con concretezza i temi della città, depurandoli dall’ideologia, sia necessario un delicato equilibrio che abbia a cuore l’ambizione di unire la città per liberarla dalle sue angosce e farla così tornare a crescere. Benissimo in questo senso ha fatto Alessandro Baracetti a rispondere, a chi gli ha proposto una sorta di "armistizio" politico a causa del coronavirus, che non vuole sentir parlare di armistizio, anche perchè lui non si sente in guerra con nessuno.
Cons. Claudio Cia
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