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“n popul zenza storia e zenza memoria l’é n popul zenza doman”

(Un popolo senza storia e senza memoria è un popolo senza domani).

Con queste parole, ben conosciute in tutta la Valle di Fassa, ho voluto questo pomeriggio, all’inizio dei lavori della 5^ Commissione permanente (competente tra l’altro anche in Cultura), ricordare la figura di Padre Frumenzio Ghetta nel centesimo anniversario della sua nascita.

Padre Frumenzio Ghetta è stato uno storico, linguista, letterato e archivista di fama nazionale. Soprattutto in Trentino e nella Sua Comunità di Fassa, dove l’11 febbraio 1920, nacque.

Grazie al suo lavoro di raccolta, studio e disamina di documenti inerenti la cultura e la storia di Fassa oggi, tutta la popolazione di questa Comunità linguistica, si riconosce appieno nella propria Lingua, nella propria Cultura, nelle proprie Radici.

La valle ladina non lo ricorda solo per i numerosi testi e pubblicazioni ma anche per aver contribuito a fondare nel 1975 l’Istitut Cultural Ladin.

Tutto il Trentino lo deve ricordare e ringraziare per aver trovato, durante una ricerca all’Archivio di Stato, nel 1971, il diploma di re Giovanni di Boemia, con il quale lo stesso concedeva, nel 1339, l’Aquila di San Venceslao quale segno araldico al Principe Vescovo di Trento Nicolò da Bruna. Un segno distintivo dato al Principe che diventò subito l’aquila del Principato.

Nell’ottobre del 1988, grazie a questo ritrovamento, la Gazzetta Ufficiale pubblicò un decreto del Presidente della Repubblica (datato gennaio 1988) con cui si riconosceva alla Provincia Autonoma di Trento il nuovo stemma: l’Aquila di San Venceslao.

I componenti della 5^ Commissione, su mia richiesta, si sono raccolti in un minuto di ricordo per questa fantastica figura ladina, fassana e trentina.

Consigliere provinciale ladino

Luca Guglielmi