Nel marzo dello scorso anno abbiamo interrogato il presidente della Provincia in merito alla sicurezza sulle piste da sci trentine.
Dalla risposta dell’assessore Failoni si apprende che il numero degli incidenti sugli sci è in costante aumento. Nella stagione 2016 – 2017 su 72.370.593 passaggi gli incidenti sono stati 8626, nella stagione 2017 – 2018 su 72.623.682 passaggi gli incidenti sono stati 9108. Nell’ultima stagione con 80 milioni di passaggi gli incidenti sono saliti a circa 10.000. Nell’80 per cento dei casi gli infortuni riguardano scontri con altri sciatori.
Sempre nella risposta l’assessore afferma che la Provincia ha lavorato molto sia sulla sicurezza passiva, cioè seguendo, sin dalla fase di progettazione, la costruzione di piste da sci di qualità, sia sulla sicurezza attiva, cioè sulla diffusione della segnaletica e sulla divulgazione delle regole di comportamento dello sciatore.
Tanto si è fatto ma tanto si deve e si dovrà ancora fare.
Le nostre piste ogni anno sono prese d’assalto da turisti sia italiani che stranieri, talvolta sciatori improvvisati senza una preparazione fisica adeguata e la necessaria padronanza tecnica degli attrezzi. L’inesperienza, unita all’alta velocità che le piste oggi consentono, mette in pericolo l’incolumità propria e degli altri sciatori.
Diventa fondamentale la consapevolezza delle proprie capacità in modo da non creare pericolo per sé e gli altri. Ogni sciatore deve tenere una velocità e un comportamento adeguati alla propria abilità, nonché alle condizioni generali della pista, della libera visuale, delle condizioni metereologiche e dell’intensità del traffico sulle piste.
Raccogliamo l’appello di papà Fernando (Il Dolomiti del 10 febbraio 2020) che nella sua lettera denuncia la totale mancanza nell’ultimo weekend di forze dell’ordine presso le piste dell’Alpe del Cermis. Piste che lui definisce un vero e proprio “kartodromo”, con sciami di sciatori aggressivi che tagliano la strada e sorpassano ad alta velocità, in alcuni casi telefonando o facendo riprese.
Una descrizione che rispecchia situazioni analoghe, che sono state riportate, in altre località turistiche del Trentino.
Ci è stato riferito inoltre da alcuni sciatori che le piste da sci sono frequentate anche da persone in stato di ebbrezza o addirittura ubriache. Qualche bicchiere di birra, vino o superalcolici e poi via con gli sci o lo snowboard. Spesso sulle piste si tende a bere più alcolici anche per contrastare le basse temperature esterne, mentre l’alcol in realtà induce vasodilatazione periferica facendo aumentare la dispersione del calore corporeo. L’assunzione di alcol in coincidenza con l’attività motoria e la contemporanea esposizione alle basse temperature fa inoltre aumentare, proprio come succede a chi è alla guida di veicoli, il rischio di incidenti, aumentando i tempi di risposta agli stimoli, riducendo i riflessi e alterando le capacità percettive, mentre aumenta la propensione al rischio dovuta alla riduzione dei freni inibitori. Se si pensa che quando si è sugli sci si può raggiungere facilmente una velocità di 70 km/h e oltre, ma non si ha nessuna zona di assorbimento dell’urto, perdere il controllo sui propri sci a causa dell’alcol può essere addirittura letale.
Lo stesso si può dire dell’uso di sostanze stupefacenti: causano l’alterazione dello stato psicofisico degli sciatori che affrontano le piste a velocità esagerate perdendo il senso del pericolo e dei limiti, diventando una minaccia alla sicurezza propria e altrui.
I numeri di passaggi sulle nostre piste aumentano, e così gli incidenti, spesso molto gravi.
Si ritiene necessario lavorare sempre di più sulla sicurezza degli impianti e dei tracciati, potenziando il più possibile i controlli che devono essere capillari e tempestivi.
L’assessore Failoni nella sua risposta rimarca il ruolo fondamentale dei maestri di sci che molto spesso rappresentano il primo interfaccia dello sciatore con la pratica dello sci e quindi con le regole di comportamento che lo disciplinano. Ci è stato riportato che sulle piste vi sono maestri di sci che esercitano l’attività senza i requisiti richiesti per l’insegnamento della professione nella nostra Provincia.
Ciò premesso si interroga il presidente della Provincia e l’assessore competente per sapere:
Lucia Coppola
Paolo Ghezzi
Gruppo consiliare FUTURA
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