Se le elezioni in Emilia–Romagna hanno insegnato qualcosa è che ci sono due tipi di politica che non funzionano.
Il primo è la politica dai linguaggi forti, che aizza allo scontro della piazza, dell’amico contro l’amico e del vicino contro il vicino, durante il quale i limiti e le regole sembrano venire meno. Da qui l’atteggiamento di chi utilizza termini come “libereremo Trento”, “conquisteremo il capoluogo”, “cacceremo il centrosinistra da Palazzo Thun”. Tuttavia esso stride in una città come Trento che, per la sua storia, non è mai stata sovversiva ma piuttosto mite e difensiva. Non mi si fraintenda, la mia non vuole essere un’esaltazione del “volemose bene”: la politica per sua natura è anche conflittuale, ed è dall’attrito tra le idee delle diverse forze politiche che si deve formare l’energia necessaria per sbloccare Trento dal pesante immobilismo andreattiano.
Il secondo tipo di approccio sbagliato, rivelatosi fatale per i 5 stelle, è quello della politica contrattualistica, che si basa su un accordo tra segreterie di partito e che determina una serie di provvedimenti che le parti si impegnano ad attuare. Questo da un lato non tiene conto delle opinioni dei singoli rappresentanti istituzionali (da qui il fuggi fuggi dal Movimento 5 stelle a cui stiamo assistendo da mesi) e dall’altro lato conduce ancora una volta al sopracitato immobilismo al primo imprevisto (non contemplato nel contratto), specie se a sottoscriverlo sono partititi ideologicamente variegati. Questo dovrebbe far suonare un campanello d’allarme in quelle forze politiche che dichiarano “sosteniamo il candidato sindaco, ma non entriamo in coalizione...”, visto che ad oggi non esiste alcun tipo di giurisdizione - se non il voto dei cittadini - in grado di verificare l’effettivo rispetto degli impegni assunti.
È quindi chiaro che per guadagnare la fiducia degli elettori trentini, questi due approcci non possano ritenersi sufficienti. L’unico modo positivo di intendere la politica è quello di servizio alla cittadinanza, solo questo sarà in grado di smuovere Trento dall’immobilismo, dando un punto di riferimento e di sicurezza ai suoi cittadini, con i loro sogni e bisogni. È con questo spirito che AGIRE per il Trentino sta partecipando al tavolo della coalizione di centrodestra, ed è con questo spirito che verrà costruita la nostra lista per le elezioni del prossimo 3 maggio.
Cons. Claudio Cia, AGIRE per il Trentino
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