I consiglieri comunali di Trento, Andrea Maschio, Marco Santini e Paolo Negroni, hanno abbandonato il Movimento 5 stelle per fondare un nuovo soggetto politico dal nome “Onda Civica Trentino”. Una rottura con il partito nazionale (in origine guai a chiamarlo “partito”, era un “movimento” con tanto di “non-statuto”) che molto probabilmente coinvolgerà anche il consigliere provinciale Filippo Degasperi, che per il momento gioca su due tavoli, da una parte benedicendo il nuovo partito locale (definito nientemeno che loro “guru” dai consiglieri fuoriusciti), dall’altra rimanendo nel gruppo consiliare del Movimento 5 stelle, forse speranzoso di vedersi recapitare una lettera di espulsione che potrà riciclare a fini propagandistici.
Negli scorsi giorni l’ormai ex capogruppo grillino Maschio aveva pure pubblicato una lunga lettera strappalacrime dove raccontava la sua demoralizzazione, attaccando i duri e puri del Movimento: «Sapere di essere ora oggetto di attacco per la mia scelta, senza che gli ortodossi riconoscano gli errori, i tradimenti ed i continui voltafaccia di un vertice che ormai viaggia da solo mi rattrista». Evidentemente dimentica di quando gli “ortodossi” erano loro.
Gli attivisti della prima ora avevano capito già dal 2012 il grave deficit di democrazia interna al Movimento, assistendo alle prime immotivate espulsioni, tra le quali si cita come clamoroso esempio quella del consigliere regionale dell’Emilia-Romagna Giovanni Favia (“accusato” di essere andato a farsi intervistare in tv!) scomunicato direttamente dal blog di Beppe Grillo. Nonostante il Movimento fosse già compromesso da allora, con i veri attivisti che si allontanavano inorriditi, nel 2013 arrivarono le elezioni politiche, e qualcuno, nonostante i mal di pancia, si candidò perché il simbolo nazionale “tirava”: molti si sono ritrovati, quasi a loro insaputa, deputati e senatori, qualcuno anche ministro o sottosegretario. Il boom elettorale portò molti, sull’onda dell’emozione, a entrare nei vari “Meetup”, che faranno il pieno di improvvisati moralizzatori. Nel 2013 arrivano le provinciali in Trentino e nel 2015 le comunali di Trento.
A distanza di 5 anni i grillini trentini sembrano aver maturato, non si sa se più per ingenuità o più per opportunismo, ciò che già era noto da tempo: il Movimento 5 stelle si è rivelato un falso storico, evidenziando che l’onestà non può essere appannaggio di un solo partito o un punto di programma, ma semmai è una qualità personale.
Paolo Negroni ha dichiarato «abbiamo cambiato nome ma siamo qui, a disposizione degli stessi elettori che ci hanno votati nel 2015», dimenticando forse le sue stesse dichiarazioni dello scorso 10 settembre, con le quali annunciava che avrebbe terminato la sua esperienza politica alla conclusione del mandato (cit. «per me basta e avanza questo mandato»), ma soprattutto che gli elettori “che li hanno votati” nel 2015 hanno votato il simbolo del Movimento 5 stelle, lasciando ai singoli candidati qualche manciata di preferenze (si ricordano le 105 di Negoni, nonostante fosse candidato sindaco sulla città capoluogo, le 92 di Maschio, o le 67 di Santini…). Ecco perché il nuovo partito “Onda Civica”, più che un’onda sembra una boa di soccorso, per salvarsi dal naufragio di un simbolo nazionale che non “tira” più, o trascina verso il basso.
“AGIRE per il Trentino” ha avuto più occasioni in passato di contestare le contraddizioni del Movimento 5 stelle. Il Consigliere provinciale e segretario di AGIRE Claudio Cia (che a proposito di dogmi “grillini” è stato il solo rappresentante a livello regionale a non aver incassato neppure un euro per rimborsi spese nella precedente legislatura) aveva evidenziato la mancanza di volontà degli esponenti grillini di dialogare e di cercare percorsi comuni con altri soggetti onesti, che pure ci sono anche in altre forze politiche, per il bene della gente.Dichiarava testualmente nel marzo 2017: «Il Movimento 5 stelle, se rimarrà prigioniero di questa superbia, rischia l’auto-distruzione». Un momento che pare essere arrivato.
Matteo Rigotti - AGIRE per il Trentino
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