Una premessa per onestà intellettuale e chiarezza: ho sempre pensato che il processo che ha portato alla nascita di un grande gruppo bancario nazionale di credito cooperativo, a guida “trentina” di Cassa Centrale, fosse la naturale evoluzione della propensione del sistema del credito cooperativo trentino di allargare i propri confini e di produrre in tal modo valore ,occasioni di lavoro e gettito fiscale, anche operando fuori dal Trentino.
Questa propensione ha portato al protagonismo di imprese trentine nel campo dell’informatica bancaria ed ha creato le condizioni per la costituzione di un gruppo nazionale dove il trentino può’ giocare una partita importante.
Ho sempre pensato e penso tutt’ora che, proprio per questa scelta,fatta tempo fa , di agire anche fuori, non ci fossero le condizioni per limitare all’interno dei confini provinciali (come accaduto invece in Alto Adige) l’operatività del nostro gruppo bancario cooperativo.
In questo senso abbiamo, come Provincia di Trento, lavorato con il governo dell’epoca per garantire spazio normativo, e quindi operativo, alla nascita del gruppo a guida trentina.
Lo abbiamo fatto senza pero’ rinunciare alle competenze in materia di credito cooperativo, che lo statuto di autonomia pone in capo alla Provincia.
Oggi questo competenze si intrecciano con quelle della Banca d’Italia e della Banca Centrale Europea ed è proprio a causa di questo “intreccio” che oggi assistiamo con stupore e grande preoccupazione allo scontro fra Cassa Centrale e Provincia in relazione alla necessità o meno che la fusione fra Cassa Rurale Lavis/Rotaliana e Cassa Rurale di Trento dovesse essere soggetta all’approvazione della Giunta Provinciale.
Questo scontro non fa certo bene all’immagine del Trentino in primis e del gruppo bancario poi.
La responsabilità di questo scontro è tutta del governo provinciale che con questo modo di agire (che assomiglia a quello adottato nei confronti dell’Università) dimostra una totale inadeguatezza a gestire situazioni complesse e ben piu’ importanti di qualche annuncio sulla sicurezza, sulla gestione dei migranti o sul dare gratis qualcosa a qualcuno...
Non entro qui nel merito della questione relativa alla regolarità delle assemblee. Non lo faccio perchè se ne occupa un tribunale e perche’ non essendo presente non ho elementi certi e documentati al riguardo.
Ma non è questo il tema, quanto invece chiedersi cosa abbia fatto la giunta provinciale in tutti questi mesi per capire se doveva esercitare o meno le proprie competenze statutarie sulla fusione delle due casse rurali.
La volonta’ di addivenire alla fusione è stata infatti esplicitatata e formalizzata per la prima volta con un protocollo sottoscritto e comunicato il 19 aprile 2019!
Ma pare ci sia di più’: nel mese di luglio Cassa Centrale avrebbe scritto alla Provincia per evidenziare che essendo stato costituito il gruppo nazionale sottoposto alla Banca Centrale Europa la fusione fra Lavis e Trento non avrebbe dovuto essere sottoposta all’approvazione della Giunta provinciale. Se ci sia stata e quale la risposta della Provincia non è dato a sapersi.
Poi sono state convocate e svolte le assemblee con le problematiche che sappiamo.
Solo dopo la Provincia si è “ricordata” di essere competente e fa valere questo attraverso un ricorso ad adiuvandum nel procedimento giudiziario che riguarda la regolarità delle assemblee.
Lasciatemi dire che sono basito e sconcertato da questo modo di agire.
Ma in tutti questi mesi non si è trovato il tempo di affrontare la questione con i soggetti interessati? E se si era convinti del permanere della competenza non si poteva formalizzare la cosa prima delle assemblee?
Non sappiamo come sono andate le cose ma sappiamo che ci si è ricordati della competenza solo dopo lo svolgimento delle assemblee!
Questo è grave perché dimostra inadeguatezza nel gestire le proprie prerogative e responsabilità ma anche perché’ mette in cattiva luce il Trentino e il gruppo bancario stesso che del Trentino è comunque espressione e che ha massima necessità di esprimere credibilità’ ed affidabilità verso istruzioni clienti e investitori.
Un passaggio davvero disastroso del governo provinciale che forse farebbe meglio a fermare l’ansia di prestazione e il presenzialismo mediatico e dedicarsi invece con un po’ più’ di impegno a studiare i problemi, a relazionarsi con gli interlocutori e ad evitare azioni che hanno l’effetto di creare contrapposizioni e divisioni.
Qualche foto di meno, qualche ora di più’ in ufficio è un po’ di responsabilità in più’ nel gestire competenze e partite delicate per la nostra autonomia non guasterebbero affatto!
Ugo Rossi
Paola Demagri
Michele Dallapiccola
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