Garantite a 1300 collaboratori Risto3 condizioni contrattuali migliorative anche per il 2020.
L’accordo firmato dall’azienda e dalla Fiscascat Cisl, la sigla sindacale che rappresenta l’80% dei lavoratori iscritti al sindacato.
La presidente Camilla Santagiuliana: “i soci lavoratori sono i proprietari della cooperativa, da noi impegno massimo per il rispetto dei collaboratori, compatibilmente con un mercato sempre più agguerrito. Cerchiamo di fare la nostra parte, nella giusta misura”.
Lamberto Avanzo (segretario Fiscascat Cisl): un verbale virtuoso, questo accordo potrebbe essere da pungolo per altri accordi territoriali nei settori della ristorazione e turismo.
Sarà operativo dal primo gennaio 2020 l’accordo integrativo aziendale di Risto 3. Stamani in Federazione la firma del verbale da parte della presidente della cooperativa Camilla Santagiuliana e di Lamberto Avanzo, segretario della Fiscast Cisl, che rappresenta l’80% degli iscritti sindacali di Risto3. Cgil e Uil hanno invece preferito non procedere alla firma.
L’accordo interessa gli oltre 1300 lavoratori della più grande cooperativa di produzione lavoro a livello regionale, operanti quasi tutti sul territorio trentino in una decina di ristoranti aperti al pubblico e in servizi di ristorazione aziendale, scolastica, sanitaria e terza età.
L’integrativo è frutto della comune volontà delle parti di non applicare in toto le modifiche apportate al contratto nazionale del lavoro in vigore dal 2018, che da una parte garantiscono benefici economici ai dipendenti (circa 250 euro in media annuali), dall’altra introducono alcuni elementi a sfavore dei dipendenti (l’aumento della trattenuta pasto da € 0,86 nel 2017 a € 1,66 nel 2021 e penalizzazioni per i nuovi assunti).
“Siamo una cooperativa di lavoro – ha detto oggi in una conferenza stampa la presidente Camilla Santagiuliana – i proprietari sono i nostri cinquecento soci lavoratori. Per questa ragione non c’è una contrapposizione netta tra azienda e lavoratori, anzi, ricerchiamo il migliore equilibrio tra benessere dei collaboratori ed esigenze di un mercato sempre più competitivo, dove spesso le aziende non applicano nemmeno il contratto integrativo provinciale.
Uno scenario che viene ulteriormente complicato dalla necessità dei clienti, privati e pubblici, di ottenere prezzi sempre più bassi accollando al gestore dei servizi di ristorazione ulteriori oneri.
Tuttavia, negli anni siamo riusciti a costruire un sistema di conciliazione vita e lavoro molto ambizioso, che viene realizzato anche attraverso il continuo confronto con l’associazione dei dipendenti che segnala situazioni di bisogno o difficoltà. Cerchiamo di fare la nostra parte, nella giusta misura”.
Per il segretario della Fiscat Cisl Lamberto Avanzo “le migliorie dell’accordo sono importanti non tanto per la parte economica, quanto per un insieme di condizioni normative che rendono migliori le condizioni contrattuali dei lavoratori.
A livello territoriale ci sono situazioni molto positive come nel caso di Risto3, ci auguriamo che questo accordo serva da pungolo per altri accordi territoriali per la ristorazione e il turismo nel suo complesso”.
Cosa prevede l’accordo firmato oggi
L’accordo riconferma le 72 ore di permesso retribuito ai contratti determinati per il personale già in forza alla data del 1 gennaio 2018 e la riduzione della trattenuta pasto a carico dei lavoratori da € 1,46 a € 0,50. L’impatto complessivo per Risto3 di queste operazioni è pari a 400mila euro circa.
Risto 3 conferma, non solo con queste misure ma con una serie di altri interventi previdenziali, assicurativi, economici e normativi, l’attenzione ai propri dipendenti e alle loro famiglie.
“La cooperativa – ha affermato il direttore generale Stefano Raffaelli - dispone di un sistema di welfare aziendale che nessuna altra azienda del settore garantisce, quantomeno sul territorio Trentino.
Tra gli interventi offerti a soci lavoratori e dipendenti è prevista l’integrazione del 3% della retribuzione in corso di malattia che diventa così valida a fini pensionistici a tutti gli effetti, misure rivolte ad agevolare gli anticipi o l’avvicinamento alla pensione, misure di aiuto in caso di malattie gravi (integrazioni al reddito 70% dopo i primi sei mesi, 40 ore di permesso aggiuntivo per l’assistenza famigliari)”.
Ufficio Stampa Federazione Trentina della Cooperazione
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