I documenti, le foto e le voci delle attiviste nella ricostruzione della seconda ondata femminista che, a partire dal ’68, da Trento si è diffusa in tutta Italia. Martedì 10 dicembre una giornata di studi per ripercorrere femminismo e memoria e presentare i risultati del progetto Femme del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale. Uno sguardo inedito su un movimento capillare in Trentino e sui rapporti con il femminismo sindacale. Un sito web dedicato e laboratori con le scuole in collaborazione con la Fondazione Museo storico. Il progetto triennale finanziato dalla Fondazione Caritro.
Almeno quindici collettivi distribuiti in varie zone del Trentino, fra il capoluogo e Rovereto, ma anche nelle Giudicarie, in Valsugana e nel Basso Sarca. È ricca di dati, fotografie e aneddoti la “mappa perduta” dei gruppi di femministe attive nella provincia di Trento nel periodo compreso indicativamente tra il 1965 e il 1985. Sono le attiviste della “seconda ondata femminista” degli anni Settanta, che ha visto Trento tra le prime città ad essere interessate, insieme a Milano e a Roma. Una rivoluzione dal basso che ha influenzato il contesto socio-politico locale e nazionale e che oggi, a mezzo secolo di distanza, viene raccontata dal progetto di ricerca FemMe, condotto da Elisa Bellè, ricercatrice del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale. Il progetto raccoglie e racconta la presa di coscienza, la voglia di uscire allo scoperto, il senso di liberazione, l’impegno civile delle donne di allora e il contributo storico dei loro percorsi di vita e attivismo.
Avviato nel 2016 e giunto ora alla sua conclusione, il progetto è stato finanziato dalla Fondazione Caritro (bando per progetti di ricerca condotti da giovani ricercatrici e ricercatori) ed è stato condotto in partnership con la Fondazione Museo storico del Trentino. Hanno contribuito al suo co-finanziamento anche CGIL, CISL e UIL del Trentino. Fra storia delle donne e sociologia dei movimenti sociali, FemMe è una ricerca originale e innovativa, che coniuga fonti archivistiche e orali. Un lungo lavoro di scavo, tra storia e memoria, che riscopre una pagina poco conosciuta e studiata del Trentino e, in esso, della storia e società italiana. Soprattutto per quanto riguarda la reciproca influenza tra i gruppi femministi strettamente intesi e il cosiddetto femminismo sindacale. «Il movimento delle donne ebbe un ruolo importante anche nel cambiare la cultura e le condizioni del lavoro femminile» spiega Elisa Bellè, sociologa dell’Università di Trento e coordinatrice del progetto. «Dalle famose “150 ore delle donne”, intensa esperienza di formazione e autoformazione, alle rivendicazioni di nuovi bisogni e diritti nei processi di contrattazione, al mutamento (non sempre indolore) della cultura sindacale stessa. Un racconto intenso, tratto dalla voce delle stesse protagoniste di allora, che descrive come il femminismo abbia cambiato la loro vita. E contribuito a cambiare quella di tante altre generazioni di donne, dopo di loro».
Grazie a un approccio interdisciplinare, il progetto ha recuperato un ampio archivio di scritti politici, volantini, manifesti, fotografie e carteggi, tratti soprattutto dal Centro di documentazione Mauro Rostagno della Fondazione Museo storico del Trentino e dall’Archivio delle donne della Biblioteca civica di Rovereto, a cui si aggiunge anche qualche archivio privato. Un lavoro di ricostruzione arricchito da una quarantina di interviste a testimoni privilegiati e a attiviste del movimento femminista, distribuite tra i vari gruppi locali. che si sono avvicendati nel periodo 1965-1985.
Il progetto sarà presentato martedì prossimo, 10 dicembre, alle 14.15 nell’Aula Kessler di Palazzo di Sociologia (via Verdi 26, Trento) in occasione della giornata di studi dedicata a Femminismo e memoria. Al convegno parteciperanno tre studiose del movimento femminista e del periodo: Francesca Socrate del Direttivo dell’Associazione italiana di storia orale, Paola Stelliferi dell’Università Roma Tre e Alessandra Gissi dell’Università di Napoli l’Orientale. La partecipazione è libera e gratuita e la cittadinanza è invitata a partecipare alla discussione.
In collaborazione con la Fondazione Museo storico sono stati organizzati per l’anno scolastico 2019/20 alcuni laboratori didattici sul tema del movimento giovanile e femminista. Sempre durante la Giornata di studi del 10 dicembre sarà anche presentato il sito dedicato al progetto http://www.femme-unitn.it/, realizzato da Giuseppe Aceto e Maddalena Vialli, dello studio Rebica. Il sito, realizzato grazie al sostegno della Commissione provinciale pari opportunità, è frutto di un lavoro di progettazione condivisa con la ricercatrice e ha come scopo la divulgazione e fruizione dei materiali e dei principali risultati della ricerca. Nel sito è stata raccolta una parte dei materiali e sono presentati in modo accessibile i principali risultati di ricerca.
(a.s.) Ufficio Stampa Università degli Studi di Trento
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