Il consumo di droghe è un fenomeno in continua crescita. Sempre più minorenni fanno uso di sostanze illegali e ricorrono al mercato clandestino dello spaccio, ad Internet o ai social network per procurarsi la droga (in molti casi pasticche sintetiche a basso costo e dalle gravi conseguenze psicofisiche). Ma quel che spaventa maggiormente è l’approccio sempre più prematuro alle droghe, in alcuni casi perfino a 11 anni.
Cocaina ed eroina sono le sostanze stupefacenti più diffuse e sono gravissimi i danni che provocano all’organismo: danni celebrali, intossicazioni, crisi di astinenza ed altre forme gravi tra cui il delirio. A ciò bisogna aggiungere i rischi, spesso mortali, che subentrano quando si “taglia” l’eroina con sostanze poco pulite; ora il mercato è cambiato, viene tagliata anche la cocaina e l’eroina si può fumare.
Poi ci sono le nuove droghe sintetiche che possono provocare gravissimi danni al cuore ed al cervello. A differenza dell’eroina e della cocaina, pasticche ed acidi hanno prezzi più bassi: erroneamente si crede che le droghe sintetiche non creino dipendenza e diano l’illusione di controllare le proprie emozioni, passando in un attimo dalla euforia alla calma. Ma purtroppo la realtà è che si passa dall’euforia alla cosiddetta fase “down”, quella in cui subentra la depressione. Così per spegnere le paranoie, si ricorre ad altre sostanze dal potere sedativo, dalla marjuana agli psicofarmaci, entrando in un circolo vizioso difficile da interrompere.
Sono molte le strategie e i progetti messi in atto in questi anni per frenare questo drammatico fenomeno. Tra i tanti è interessante il cosiddetto drop-in (dall'inglese piccola sosta). Nascono, sia in Europa sia nel nostro paese, nell’ambito delle strategie volte al contatto con consumatori di sostanze psicoattive legali e illegali (alcool e droghe). A queste persone vengono offerte prestazioni e strumenti per abbattere i rischi igienico-sanitari connessi all’uso di stupefacenti. Si tratta di un luogo intermedio tra i servizi e la strada, uno spazio di tregua dove le persone con problemi di dipendenza, ma non solo, trovino un punto di accoglienza e ristoro.
A Bolzano è attivo “Binario 7” gestito dalla Caritas Diocesi di Bolzano – Bressanone su incarico dell'Azienda dei servizi sociali di Bolzano. L'obiettivo del servizio è quello di raggiungere, attraverso metodi di “Riduzione Del Danno” i consumatori di sostanze stupefacenti che non vengono raggiunti o si sottopongono a metodi tradizionali, che sono incentrati su misure esclusivamente orientate verso l'astinenza, al fine di diminuire i rischi derivanti dal consumo di sostanze illegali (sopratutto tramite consumo endovenoso) e/o psicofarmaci. Dare consigli in materia di prevenzione come profilassi per le malattie infettive come HIV, epatite ecc; offrire uno spazio di riparo e quiete dove l'utente possa trovare normalità e contatti sociali al fine di accompagnare e stabilizzare la situazione di crisi e aiuto nel reinserimento sociale.
Anche la Provincia di Trento finanzia diversi progetti che mirano alla prevenzione e al recupero degli stati di dipendenza. Ci sono associazioni e realtà locali di volontariato che quotidianamente lavorano nei loro centri, ma anche direttamente sulla strada, per portare aiuto alle persone con problematiche legate all’uso di droghe e altre dipendenze. Operano tra mille difficoltà e giustamente chiedono ulteriore aiuto e sostegno economico per operare al meglio delle loro possibilità. I servizi che si occupano di tossicodipendenza si trovano a dover rispondere a una serie di bisogni complessi: educare, prevenire, contenere, accogliere, curare e recuperare. Le idee ed energie che vengono messe in campo sono tante, ma i fondi a disposizione, sia per la prevenzione che per i progetti, non sono sufficienti.
E’ stato pubblicato sulla stampa locale di oggi un accorato appello dell’Associazione Famiglie Tossicodipendenti, a rischio chiusura per mancanza di fondi. L’Associazione attiva da 38 anni garantisce l’accoglienza diurna, una ventina di posti letto distribuiti in quattro appartamenti e dal 2013 il Punto Donna che accoglie una settantina di ragazze tossicodipendenza che lì trovano uno spazio di ascolto e condivisione.
L’AFT svolge un servizio convenzionato con il Servizio provinciale politiche sociali e abitative, che assegna annualmente 146 mila euro. Questa cifra deve coprire tutti i costi, dai dipendenti, ai centri diurni, al servizio residenziale e allo spazio donna. Nel 2018 la Provincia aveva offerto un sussidio straordinario del 20 per cento in più anche per permettere l’accreditamento dei servizi nell’ambito della riforma del settore. Quest’anno pare che il 20 per cento in più non sarà assegnato. Già lo scorso anno la somma percepita non era riuscita a coprire tutti i costi e quindi l’associazione chiede maggiori risorse per non dover chiudere.
Sono quindi necessari maggiori finanziamenti per le associazioni e realtà di volontariato che si battono ogni giorno per aiutare le tante persone in difficoltà, permettendo di rafforzare e implementare i servizi da offrire a tutti coloro che convivono con la piaga della tossicodipendenza.
Ciò premesso si interroga il presidente della Provincia di Trento e l’assessora competente per sapere:
Lucia Coppola
Paolo Ghezzi
consiglieri provinciali FUTURA
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