L’improvvisa e tragica morte di Serena, la giovane ragazza trovata senza vita a Trento negli scorsi giorni, ha riportato al centro dell’attenzione uno dei drammi latenti della nostra società: la tossicodipendenza. Un drammatico epilogo accompagnato nei mesi scorsi dal susseguirsi di notizie sull’incremento dei sequestri di stupefacenti, segno che la droga sta tornando con prepotenza ad affacciarsi sul nostro territorio, con effetti sempre più devastanti.
Un fenomeno accompagnato da un pericoloso abbassamento progressivo dell’età. La morsa della droga che stritola i nostri ragazzi, ci invita a meditare su quali deserti di solitudini, di incomunicabilità, si nascondono dietro ad una facciata chiassosa e scintillante del nostro tempo: una gioventù sempre più fragile a cui non facciamo mancare nulla, tranne il significato della vita, senza il quale non si riesce a stare al mondo se non stordendosi, alienandosi con droghe sempre più accessibili e poco costose, alla portata di tutti, per piombare poi in una dipendenza dalla quale è difficile uscire. Sono situazioni che lacerano anche le famiglie con dolori inenarrabili, molte volte già provate anche da altri vissuti drammatici. Proprio di oggi è la richiesta della famiglia della giovane di devolvere eventuali offerte a sostegno delle associazioni che si occupano della prima accoglienza di persone fragili, problematiche e affette da dipendenza.
E’ in questo contesto che esprimo preoccupazione per l’allarme lanciato sui media locali dall’Associazione famiglie tossicodipendenti (AFT), nelle persone della direttrice terapeutica, Paola Maria Meina, e del direttore amministrativo Antonello Panetta. L'AFT è una realtà nata nel 1981 in maniera spontanea, per colmare uno spazio lasciato dall’assenza di una progettualità istituzionale. Questa Associazione con pochissimi mezzi lavora quotidianamente per cercare di dare risposte a chi è disperato, attraverso l'ospitalità, la comprensione e il calore umano, ritrovandosi in prima linea nel fronteggiare un così grande problema, con un impegno che comporta grandi responsabilità e richiede tanta dedizione per sostenere le famiglie e i ragazzi in difficoltà. Non dimentichiamoci però che per dare risposte concrete, necessità di altrettanta concretezza nel sostegno finanziario.
Faccio pertanto mio l’appello che mi è stato inviato dai genitori di alcuni ragazzi che frequentano il centro: “Questa Associazione rappresenterebbe un elemento di grande orgoglio per la città di Trento. Auspichiamo che da subito questi "Angeli" possano avere il giusto aiuto e riconoscimento per poter operare in condizioni migliori, in condizioni dignitose, a vantaggio di quanti ne hanno bisogno.”
Cons. Claudio Cia Agire per il Trentino
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