Ha ricevuto risposta l’interrogazione del Gruppo consiliare del PATT con la quale si chiedeva un trattamento diversificato per gli operatori socio-sanitari che si formano in Trentino rispetto a chi si forma fuori regione. I Consiglieri del PATT chiedevano alla Giunta di sfruttare le possibilità che l’autonomia provinciale permette, dando quindi seguito a quanto dichiarato dalla Giunta in più occasioni: “prima i trentini”.
Di seguito la risposta negativa alla proposta del PATT.
Cons. Paola Demagri
Trento, 21 novembre 2019 Prot. n. A045/D337/2019/737437/2.5-2019-613
Oggetto: Interrogazione n. 793 del 13 settembre 2019.
Con riferimento all’interrogazione specificata in oggetto, si informa quanto segue.
La formazione dell’operatore socio sanitario (OSS) è disciplinata a livello nazionale ed in particolare dall’Accordo Stato regioni/province autonome, Repertorio Atti n. 1161 del 22 febbraio 2001, recepito con legge dell’8 gennaio 2002 n. 1, che prevede un durata non inferiore a 1.000 ore, articolate in attività teoriche e di esercitazione/stage. Tale norma prevede, tra l’altro, che all’allievo che supera le prove, è rilasciato dalle regioni e province autonome un attestato di qualifica valido su tutto il territorio nazionale, nelle strutture, attività e servizi sanitari, socio sanitari e socio assistenziali.
livello locale la Giunta provinciale già nel 2001, nel definire il percorso formativo di tale operatore ha ritenuto opportuno prevedere una formazione di 1.400 ore, tenuto conto dell’importanza nel mantenere elevata e qualifica la preparazione degli operatori addetti all’assistenza in strutture complesse quali sono gli ospedali e le strutture socio sanitarie. Detto percorso formativo è stato da ultimo modificato con deliberazione della Giunta provinciale n. 550 del 19 aprile 2019 prevedendo 700 ore di tirocinio pratico, 560 ore di teoria e 140 ore di “studio individuale o di gruppo guidato”. Va da se che alla luce di quanto premesso, non risulta possibile prevedere, in sede concorsuale, l’assegnazione di punteggi con valori diversificati per attestati di qualifica, comunque rilasciati nel rispetto della normativa nazionale, in quanto tale modalità sarebbe potenzialmente oggetto di contenzioso (Punto 1 dell’interrogazione).
Infine per le motivazioni sopra esposte, a fronte di titoli di fatto equipollenti, non si ritiene opportuno prevedere riconoscimenti economici diversificati bensì valorizzare tale operatore nelle realtà lavorative locali. A tale riguardo si ricorda che con deliberazione n. 1660 del 14 settembre 2018, nel definire le risorse ripartite tra i comparti di contrattazione provinciale, la Giunta provinciale ha demandato all’APRaN per il comparto sanità la definizione delle modalità per il riconoscimento di incrementi retributivi agli operatori nelle categorie da A a C (ivi compresi quindi gli OSS) e di incrementi retributivi al personale con profilo di OSS con decorrenza 1 gennaio 2018 (Punto 1 dell’interrogazione). Distinti saluti.
- Stefania Segnana -
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