Ieri mattina ho presentato un’interrogazione al Consiglio provinciale riguardo alla situazione dell’ospedale di Tione e al sistema di pronto intervento nelle valli in caso di maltempo.
I fatti accaduti la settimana scorsa a Valdaone, con una famiglia costretta a gestire da sola un parto nel bagno della propria abitazione perché l’elisoccorso non poteva levarsi in volo da Trento, hanno reso palese la situazione di disagio e di potenziale rischio cui sottostà chi vive nelle periferie del Trentino riguardo al pronto intervento sanitario. È la logica conseguenza cui si va incontro chiudendo punti nascita come quello di Tione in una Provincia dall’orografia complicata come la nostra, ma i problemi non si fermano lì, perché gli ospedali periferici sono in profonda sofferenza, a partire dai numeri del personale.
Il caso di Tione in questo senso è emblematico. Il punto nascita è stato chiuso in cambio della promessa di sostegno al resto dell’ospedale. Parole spese da politici e funzionari compiaciuti della “responsabilità delle Giudicarie” rimaste in buona parte sulla carta, con l’anestesista promesso che non si trova, il pronto soccorso già in difficoltà costretto a fare portineria la notte, ortopedia, che sarebbe un piccolo gioiello, tenuta per così dire “a stecchetto” e sperimentazioni che sembrano foriere di ulteriori tagli. Alla luce dei fatti “Responsabilità” per giudicariesi è stata solo una parola utilizzata per far digerire dei tagli e poi non mantenere fede alla parola data.
Simile il discorso per il pronto intervento nelle valli. Abbiamo puntato tutto o quasi sull’elisoccorso per centralizzare al massimo su Trento, ma se piove, nevica o c’è nebbia, e in Trentino capita ancora abbastanza spesso, gli elicotteri non possono partire e chi vive nelle valli deve aspettare che arrivi in fretta un’ambulanza percorrendo strade a volte fuori mano, tortuose e dalla percorrenza difficile e che poi riesca a portarlo in tempo nel capoluogo provinciale, che magari sta a 70 o 80 chilometri. In questo modo, è evidente, si creano differenze in base al diritto alla salute che la Costituzione garantisce ad ogni cittadino e ciò è iniquo.
Nell’ultima campagna elettorale provinciale chi siede oggi in giunta ha assunto impegni concreti sulla sanità, specie quella periferica, invocando sacrosanti cambi di rotta rispetto a quanto avevano fatto i loro predecessori. Questa sterzata non si sta vedendo. Al contrario la tendenza al depauperamento della sanità pubblica e periferica si sta acutizzando. Con la mia interrogazione chiedo allora alla giunta di fare chiarezza, perché non è accettabile raccontare certe cose in campagna elettorale per dimenticarsene appena vinte le elezioni!
Alex Marini (M5S)
Consigliere della Provincia autonoma di Trento
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