A Progetto Manifattura aziende, enti di ricerca, parchi naturali a confronto per valutare le prospettive delle green-tech in Trentino per una rivoluzione sostenibile.
Fenomeni meteorologici sempre più estremi, come l’acqua alta da record di questi giorni a Venezia o la tempesta Vaia di un anno fa sulle Dolomiti, mettono a rischio la sicurezza delle persone, la conservazione dell’ambiente, le attività economiche, il turismo, i trasporti. Ecco perché prevenire questi eventi è sempre più importante. La tecnologia e la ricerca si stanno orientando con urgenza su questi nuovi filoni. Tanto che si stanno creando rapidamente nicchie di mercato interessanti per le aziende che hanno già sviluppato conoscenze, servizi e prodotti. Una decina di queste aziende, provenienti dal Trentino ma anche da Veneto e Lombardia, hanno incontrato nel pomeriggio di ieri il sistema trentino della ricerca e il management dei parchi naturali che insistono sul nostro territorio, grazie a un workshop organizzato da Trentino Sviluppo a Progetto Manifattura. L’evento è stata una sorta di anteprima del Festival della Meteorologia che partirà domani, venerdì 15 novembre, a Rovereto.
C’è la startup che produce sensori per monitorare i parametri vitali vegetali; quella che elabora sistemi di controllo che prevengano frane, incendi, esondazioni; c’è il colosso provider delle tecnologie cloud; c’è la software house che elabora sistemi, algoritmi e modelli numerici per interpretare i dati atmosferici, la piccola media impresa innovativa che studia il ritiro dei ghiacciai e fornisce alle assicurazioni dati sulla portata dei corsi d’acqua; c’è l’azienda che ha messo a punto software e hardware per l’irrigazione di precisione e intelligente e quella che ha messo a punto sistemi per predire le malattie vegetali.
Si sono riuniti tutti intorno a un tavolo, ieri pomeriggio a Rovereto, per presentare la propria attività e al tempo stesso ascoltare le esigenze di istituzioni (Provincia), servizipubblici (Meteotrentino), musei (Muse), centri di ricerca (Università di Trento, FBK, FEM e HIT), Parchi naturali (Paneveggio, Adamello-Brenta, Stelvio) interessati al progetto Smart Park: l’obiettivo è dare vita in Trentino a un vero e proprio cluster (distretto) delle green-tech, le tecnologie per la difesa della natura.
«Siamo abituati a pensare alle tecnologie a disposizione delle industrie – ha sottolineato il professor Riccardo Valentini, docente universitario di ecologia forestale a Viterbo, che ha introdotto i lavori – ma sempre di più la tecnologia sta entrando in dialogo con la natura, perché i cambiamenti climatici e le esigenze di sostenibilità lo richiedono. E di conseguenza si aprono mercati interessanti, che le aziende trentine o insediate in Trentino possono affrontare se si riesce a creare una filiera vincente, un sistema integrato».
«Un incontro – ricorda l’assessore provinciale allo Sviluppo economico, ricerca e lavoro, Achille Spinelli, in una nota a margine del workshop – che fa tesoro delle indicazioni emerse dagli Stati generali della montagna e dal Forum della ricerca, durante i quali l’agri-tech è stato individuato come ambito prioritario di intervento e il meteo come una specializzazione fondamentale al servizio dell’economia nelle zone montane e in particolare delle aree naturali protette».
E così, in questa anteprima della quinta edizione del Festival della Meteorologia, si è parlato di progetti concreti che legano chi produce soluzioni, servizi e prodotti, e chi li utilizza. Tre i filoni principali su cui insisterà la green-tech economy del prossimo futuro: IoT (Internet delle cose), dati satellitari, «data stream» meteo e climatici.
«I piani di adattamento studiati dagli amministratori pubblici, le necessità dei privati, le esigenze delle assicurazioni, le attività economiche – ha aggiunto il professor Valentini – hanno sempre più bisogno di raccolta e interpretazione di dati climatici e meteorologici. Oggi ci sono già 30 miliardi di sensori wireless nel mondo. Nel 2020 saliranno a 50 miliardi».
«Un incontro importante, questo, favorito da Trentino Sviluppo – sottolinea Dino Zardi, direttore scientifico del Festival Meteorologia – per creare sinergie tra ricerca e imprese intorno allo sviluppo di nuove tecnologie per il monitoraggio di clima e meteo. Il ruolo dei parchi naturali è fondamentale, perché è proprio nelle aree protette che insistono le cime, punti di osservazione elevati dove i cambiamenti climatici sono amplificati».
(d.b.) Ufficio stampa Trentino Sviluppo
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