Ieri sulla stampa è stata data notizia dell’incontro dell’Osservatorio per lo sviluppo del corridoio del Brennero e del Comitato Tecnico, nell’ambito del quale la Provincia ha fornito agli amministratori locali un aggiornamento sullo stato di fatto e sullo sviluppo delle diverse progettazioni relative alle tratte del corridoio in territorio trentino.
La lettura del resoconto e delle prospettive non può che provocare un misto di sconcerto e preoccupazione, per diverse ragioni.
La prima riguarda l’annuncio - parrebbe fatto dal Dirigente provinciale - che l’ipotesi di tunnel in sinistra Adige sotto il Monte Zugna viene definitivamente abbandonata per gli alti rischi idrogeologici. La scelta è di per sé una buona notizia, ma preme ricordare che è la stessa montagna che si vorrebbe allegramente bucare per la costruzione del collegamento autostradale della Valdastico. Non si può inoltre non ricordare che l’ipotesi di trasferimento in sinistra Adige avvenne non per scelta della Vallagarina ma per le necessità espresse dalla Rotaliana. E ora che succede? E’ evidente che non si può procedere con progettazioni a spot, perché le esigenze dei vari territori – e quindi le soluzioni tecniche – sono giocoforza collegate. Il rischio, concreto, è che si siano buttati via quindici anni.
E qui arriva la seconda preoccupazione. Il messaggio emerso dall’incontro è: per ora ci occupiamo di Trento e poi vedremo con calma come affrontare la questione a nord e a sud con un Tavolo da attivarsi in data da destinarsi, tanto se si farà qualcosa lo si farà tra 50 anni! Un approccio di questo tipo è una follia bella e buona, che scarica di fatto il problema sulle generazioni future ma che soprattutto lascia i territori a nord e a sud di Trento in balia delle decisioni assunte per la città capoluogo e dall’Alto Adige. Cosa dovrebbero sopportare Rovereto o Lavis all’entrata in esercizio del tunnel di base, in assenza di interventi di adeguamento delle relative tratte? Si sistema Trento e si lasciano le altre città a sopportare l’aumento previsto di treni merce con evidenti impatti sulla qualità della vita degli abitanti e del territorio? E’ evidente che le scelte fatte per le tratte a sud di Bolzano e per Trento condizioneranno inevitabilmente le opzioni per gli altri territori. E questa cosa non può ne essere ignorata ne tanto meno lasciata al caso. Il destino dei territori trentini non può essere un mero collegamento di un punto A con un punto B.
E’ necessario avviare fin da subito un percorso trasparente, che coinvolga le comunità locali e che tenga in considerazione la progettazione dell’intero tratto trentino. Confido che i territori non accettino in silenzio una prospettiva tesa solo a dilazionare i tempi e a spostare il problema più avanti.
Ufficio stampa PD del Trentino
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