“Ancora una volta l’Università di Trento diviene protagonista sui media, non per l’eccellenza dei servizi o dei risultati accademici, bensì per un ennesimo deprecabile episodio di intolleranza e violenza verbale e non solo, questa volta durante la conferenza del giornalista Biloslavo sul tema della Libia.
Lo spirito delle università italiane dovrebbe essere quello di massima apertura alla cultura e al confronto delle idee per stimolare nelle giovani generazioni la capacità di analisi critica degli eventi, per la maturazione delle menti, sempre nel rispetto delle diverse opinioni.
Non si comprende quindi come al giorno d’oggi un ateneo come quello di Trento, che vorrebbe essere conosciuto e rinomato per gli elevati standard dell’offerta formativa, dimostri nei fatti non solo di non essere capace di insegnare agli studenti il rispetto e l’importanza del confronto tra le idee ma, ancor peggio, giustifica e autorizza azioni violente di stampo anarchico.
Il Piano strategico dell’Università di Trento prevede come terza missione proprio lo Sviluppo civile: “L’Università degli Studi di Trento vuole contribuire allo sviluppo culturale, economico e sociale delle comunità a cui partecipa attraverso la diffusione dell’abitudine al dibattito informato, della riflessione critica e la costruzione di partnership strutturate”. Come si concilia questo obiettivo con un istituto che consente lo svolgersi al suo interno di azioni illegali come l’occupazione di aule, le manifestazioni violente di stampo anarchico, le contestazioni (come accaduto ieri) che non consentono il decoroso svolgimento di un dibattito su temi internazionali (sui quali gli studenti si dovrebbero formare) e che includono anche danni alle strutture dell’ateneo e soprattutto azioni violente contro persone?
È urgente, quindi, che gli organi di ateneo ritrovino nelle strategie e nei programmi lo spirito originale che può rendere l’università un vero centro di crescita per i giovani, nel rispetto delle idee di tutti e della città che li ospita, non solo a parole ma con fatti concreti. Altrimenti verrà meno quella capacità educativa che fa dell’università uno dei principali soggetti formatori dei nuovi adulti e quindi del futuro della nostra società”.
Così i deputati trentini della Lega Diego Binelli, Vanessa Cattoi, Martina Loss e Mauro Sutto.
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