"La giunta è informata. L'assessora è informata". È quello che vanno ripetendo da mesi gli addetti ai servizi di cura di ogni ordine e grado, i presidenti delle associazioni , delle cooperative e le parti sociali.
Ma, mai come in questo caso vale il detto "chiedere è lecito e rispondere è cortesia". Dobbiamo constatare che su questo punto l'assessora è poco "cortese" soprattutto con chi chiede risposte che hanno ricadute importanti per enti che si occupano di persone in difficoltà, che si tratti di cure intermedie o di sostegno ai diversamene abili.
Gli ultimi casi in ordine di tempo: Anffas e Apsp Beato de Tschiderer. Per queste situazioni di emergenza sociale e lavorativa non è arrivata nessuna risposta o addirittura si è cercato di rimbalzare le colpe su chi aveva sollevato la questione.
Il nodo è tutto politico e non solo economico. Si tratta di decidere se il settore dei servizi alla persona e alle famiglie è prioritario o meno nel programma della giunta Fugatti e quali siano le linee guida che definiscono i criteri di spesa in questo che è un settore sempre più strategico e al tempo stesso maltrattato.
Pensiamo ai lavoratori e alle lavoratrici di Anffas che, dopo aver subito un taglio di stipendio del 7% nel 2012, si vedono costretti a rinunciare al contratto integrativo per i costi non più sostenibili dalla onlus che dal 2010 non ha ottenuto l’adeguamento delle rette dalle quali dipendono le entrate e che da quest'anno deve sborsare 600mila € di Irap per una interpretazione restrittiva della norma, decisa solo dagli uffici della nostra Provincia. Anche qui l'assessora sa ma ad oggi non capiamo che cosa faccia. Per questo abbiamo deciso di approfondire attraverso una interrogazione (che alleghiamo).
Pensiamo alla situazione paradossale che si è venuta a creare all'Apsp Beato de Tschiderer dove l'assessora ha riversato le responsabilità in capo alla presidente, avvocata Eleonora Stenico, che prontamente ha smentito e dimostrato a mezzo stampa che ancora una volta l'assessora era stata informata della volontà di proseguire con la sperimentazione. La presidente però aveva richiesto un incontro urgente per verificare l’ammontare del taglio che avrebbe reso impossibile il proseguo del servizio erogato (riduzione da 132 a 118 euro a persona). La risposta è stata immediata. Nessuna disponibilità all’incontro e la comunicazione, firmata solo dal dirigente generale, di chiusura della struttura dalla data del 1° novembre 2019 e il trasferimento del servizio all’Ospedale San Camillo con la conseguenza di 10 posti letto in meno e 15 lavoratori da ricollocare.
Perché a rispondere pare non sia mai lei, l’assessora, ma il dirigente Ruscitti che risulta essere il factotum e il vero decisore. Ma ricordiamo a Segnana che è lei la figura politica e istituzionale di riferimento e che è da lei che gli operatori del settore esigono risposte. Dopo un anno non si può più procrastinare, demandare ad altri e scaricare le colpe. È giunto il momento di ascoltare, incontrare e decidere. È il motivo per cui l’assessora è stata designata per il suo ruolo. Di cruciale responsabilità politica e sociale.
Paolo Ghezzi – Lucia Coppola
gruppo consiliare FUTURA
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