Si è concluso oggi in Consiglio provinciale il lavoro della Commissione speciale di studio sui danni causati dal maltempo. Desidero esprimere la soddisfazione per il grande lavoro svolto, per la conduzione avveduta del presidente Job e per gli interessanti e indispensabili interventi degli auditi, dei portatori di interesse, delle associazioni di categoria, delle istituzioni, dei professori e dei dirigenti, della protezione civile e di tutti coloro che a vario titolo si sono impegnati sui molteplici ambiti e fronti che afferiscono a un evento tragico e di proporzioni enormi come la tempesta Vaia di cui ricorre a breve il tragico anniversario.
Grazie inoltre a tutti coloro che si sono spesi con grande professionalità e abnegazione e continueranno a farlo, per il grande lavoro di ripristino del nostro territorio così duramente colpito.
Siamo alle porte del triste anniversario di Vaia, che segna un solco, un punto di non ritorno tra un prima, ottimista e piuttosto inconsapevole o incosciente, e un dopo che ci ha messi tutti di fronte alla triste realtà. I cambiamenti climatici sono qui e ora, non riguardano più solo i paesi del sud del mondo.
Nel decennale di Dolomiti Unesco è evidente come il paesaggio del nostro Trentino è pesantemente cambiato, che è necessaria una svolta rapida sulle emissioni di gas serra, perché il tempo è veramente poco e bisogna dare seguito alle tante dichiarazioni degli organismi internazionale, destinate spesso a restare lettera morta se non vi sarà un presa di coscienza generalizzata, e soprattutto al Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia, importantissimo a livello locale.
Vaia ci parla e dice che il pianeta va decarbonizzato e raffreddato, che si deve intervenire sulla mobilità sostenibile e ricorrere alle energie rinnovabili che sono gratis, presenti ovunque e non finiscono mai, sono il sole, il vento, la geotermia, l’acqua. Che la miglior energia sostenibile è quella che non si consuma, quindi il risparmio energetico è possibile e fondamentale. Siamo seduti su una polveriera e non possiamo più fare finta di niente. Come amministratori e come cittadini nei nostri comportamenti individuali.
Non c’è un pianeta B e neppure un piano B. Dobbiamo combattere contro il pensiero definito “corto” e assumere quello lungo e lungimirante dei giovani e degli adolescenti, dei bambini, che rivendicano il loro diritto alla vita e ci richiamano con saggezza e anche con dolore alle nostre responsabilità. La loro energia deve diventare sempre più motore di cambiamento. Il nostro patrimonio boschivo non sarà più quello di prima, dovremo sostenerlo con nuove piantumazioni e in qualche caso lasciar fare alla natura e alla sua rigenerazione e permettere al prativo di continuare a svolgere la sua funzione.
Facciamo in modo che tutto il dolore e la distruzione, il pianto della natura che abbiamo ascoltato col groppo in gola nella visita ad Arte Sella, questa immane fatica di tanti, i danni economici e ambientali, il grande impegno profuso anche dai tecnici e da chi si è assunto la responsabilità di restituire il Trentino ai suoi cittadini, non siano avvenuti invano. Questa è la grande lezione della tempesta Vaia.
Lucia Coppola
consigliera provinciale FUTURA
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