Il Presidente del Consiglio regionale e Coordinatore del Tavolo delle Speciali dei Presidenti delle Assemblee delle Regioni e delle Province autonome, interviene sugli esiti dell’audizione alla Camera del Ministro Francesco Boccia
“Sono sorpreso da quanto accaduto nel corso dell’audizione del Ministro Francesco Boccia alla Camera. Quanto riportato dalla deputata trentina Vanessa Cattoi, dopo l’incontro avvenuto a Roma, è un quadro desolante che ci mostra ancora una volta come vi sia una certa superficialità, anche a livello istituzionale, su un tema invece dovrebbe essere ben noto a chi si assume la responsabilità del governo del paese. Ancora oggi c’è chi dice che l’Autonomia è un privilegio e tra gli stessi deputati di altre Regioni si è visto come vi siano più detrattori che sostenitori. Ma queste persone ignorano prima di tutto che Autonomia è responsabilità. Questo dovrebbe essere il punto di partenza di qualsiasi discussione che riguardi l’Autonomia delle Regioni. Da parte di alcuni sembra infatti esservi una demonizzazione senza precedenti di un qualcosa che a noi appartiene da molto tempo e del quale, talvolta, diamo per scontata l’esistenza. L’Autonomia di cui noi godiamo è un diritto che abbiamo ereditato dalla storia e ne possiamo godere grazie alla lungimiranza di chi, tra i padri costituenti, ha compreso come governare un territorio con un passato come il nostro, e una articolazione territoriale così complessa, si possa fare solo con una effettiva capacità decisionale sul territorio stesso. In settant’anni, abbiamo dimostrato come l’Autonomia sia un bene per le Comunità, di come poter legiferare significhi poter prendere le decisioni più efficaci per il benessere dei cittadini. Alcide De Gasperi, nel 1948, pronunciò parole profetiche: “Io che sono pure autonomista convinto e che ho patrocinato la tendenza autonomista, permettete che vi dica che le autonomie si salveranno, matureranno, resisteranno, solo ad una condizione: che dimostrino di essere migliori della burocrazia statale, migliori del sistema accentrato statale, migliori soprattutto per quanto riguarda le spese”. Ebbene, settant’anni dopo io credo di poter dire che abbiamo raggiunto questo obiettivo e stiamo ancora lavorando, giorno per giorno, per migliorarci. Il Trentino-Alto Adige/Südtirol è oggi innegabilmente un esempio di buona amministrazione, dove certamente nel passato non sono mancati errori, ma dove proprio la capacità di essere immediatamente operativi ci permette di giorno per giorno di correggere e intervenire dove vi sia più bisogno. Eppure sembra che il nostro modello, che vede il nostro sistema ai vertici delle classifiche nazionali dall’istruzione alla sanità, non sia preso in considerazione nel parlare di Autonomia. La richiesta legittima di maggiore capacità decisionale da parte delle Regioni non deve essere vista come un indebolimento dello Stato, ma semmai come un nuovo modello, dove ciascun territorio viene responsabilizzato. Veneto, Lombardia e Emilia Romagna, hanno chiesto di poter essere in grado di contribuire alla crescita della nazione migliorando il proprio sistema con una gestione diretta delle risorse e la facoltà legislativa in settori chiave. Non posso che vedere qualcosa di positivo in questo. Concordo dunque con chi dice che deve essere possibile applicare un regionalismo differenziato a tutti coloro che ne fanno richiesta, purché si tengano sempre a mente le parole di De Gasperi, che hanno segnato l’inizio del nostro percorso e ricordando sempre che essere autonomi non significa essere isolati. E l’esempio più chiaro è la nostra terra: non abbiamo mai fatto mancare, fieri della Specialità che ci caratterizza, il sostegno allo Stato, né dal punto di vista economico, né tantomeno organizzativo. Basti pensare solo a quanto fa la nostra macchina della Protezione civile dove vi sia necessità. La crescita di un sistema che valorizzi quei territori che dimostrano di essere in grado di saper gestire al meglio le proprie risorse, è dunque qualcosa che dobbiamo sostenere per difendere la nostra stessa Autonomia, ma dobbiamo sempre ricordare a chi manifesta queste istanze che essere Regione a Statuto speciale offre sì delle straordinarie opportunità, ma comporta anche dei doveri. Noi contribuiamo alle finanze dello Stato sia con la parte del nostro gettito fiscale che rimane a Roma, sia gestendo noi stessi le spese per le competenze che ci competono. E a coloro che parlano contro questo sistema io dico che provino loro stessi ad amministrare con eguale autonomia il proprio territorio, piuttosto che attaccare chi invece ha saputo dimostrare l’efficienza di questo sistema”.
Ufficio stampa Consiglio regionale TAA
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