Egregio Direttore,
percorro quotidianamente il tratto di strada che costeggia le aree ex Sloi e Carbochimica e l’unica cosa che ho visto muoversi nel corso degli anni è stata la vegetazione. Siamo di fronte a una situazione molto complicata che vede coinvolti privati e istituzioni su vari livelli e di conseguenza sono purtroppo comprensibili dei ritardi nella bonifica e riqualificazione di questi siti. Appartengo però a quella parte di cittadinanza che vede il bicchiere mezzo vuoto su quanto fatto finora, senza se e senza ma. Ero appena nato quando successe quel disastroso incendio che ha segnato la città in maniera indelebile. Ci sono state famiglie che ne sono state coinvolte direttamente, altre indirettamente, altre ancora hanno avuto ripercussioni negli anni successivi e si trovano ancora oggi a imbattersi nelle mura e nello scheletro della fabbrica che si erge ben visibile. Ma anche la città ne porta un segno indelebile, perché si è vista costretta a crescere e svilupparsi tutta attorno a quell’area e le ripercussioni sono evidenti sotto tutti i punti di vista, siano essi viabilistici piuttosto che urbanistici e conseguentemente sociali. I risultati ci dimostrano che i passi fatti in tutti questi anni sono stati insufficienti, forse per il poco coraggio avuto nell’affrontare una situazione così difficile o forse per la complessità di far confluire in una soluzione comune tutte le parti in causa.
La politica però è anche arte della mediazione, ma è in queste situazioni che lo si dovrebbe dimostrare e non soltanto quando si vanno a cercare alleanze per poter governare qualche anno. Dopo tutto questo tempo non ci possono più essere giustificazioni, soprattutto in una Provincia e in un Comune che hanno fatto della qualità della vita una delle proprie bandiere. Ci sono due termini che ad oggi sono molto utilizzati soprattutto nella nostra realtà locale e vengono cavalcati da più parti: ambiente ed eccellenza. Il primo è ormai sulla bocca di tutti e forse rappresenta finalmente una presa di coscienza comune di fronte alla quale la riqualificazione di questi siti inquinati non può non essere sollecitata a gran voce. Il secondo viene ormai riproposto in maniera quasi scontata per qualsivoglia situazione o intervento che venga realizzato, talvolta addirittura giustificando proprio con la ricerca dell’eccellenza quello che agli occhi dei più potrebbe essere giudicato vicino a uno spreco. Riprendo questi due termini proprio perché la bonifica e la riqualificazione di questi siti sarebbero indiscutibilmente atti di eccellenza ambientale. Sarebbe bello potersi fregiare di questo abbinamento terminologico, poter essere cittadini orgogliosi e consci di aver realizzato veramente un’opera eccellente per l’ambiente della nostra città soprattutto in riferimento ad un caso rarissimo in Italia come in Europa. Quello che di concreto esiste oggi è solamente una delibera comunale (alquanto discutibile) per l’intitolazione di un parco giochi per bambini, adiacente al sito inquinato, alle vittime della Sloi. Prendiamo atto positivamente che il Ministro Costa è al corrente della situazione ed è anche già venuto di persona a discutere dell’area istituendo dei tavoli tecnici e auspichiamo che sia un nuovo inizio per arrivare alla soluzione.
Mauro Corazza - Coordinatore AGIRE per il Trentino, Città di Trento
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