Con la delibera 1486 del 27 settembre scorso la Giunta provinciale ha dato il via libera paesaggistico alla realizzazione di una cantina di 10.000 mc nel comune di Aldeno, in piena area agricola di pregio. Lo ha fatto accogliendo il ricorso di un privato al quale, per ben due volte, la Commissione urbanistica provinciale aveva giustamente e motivatamente bocciato il progetto, e nonostante un ulteriore parere contrario del Servizio Urbanistica, che ribadiva l'incompatibilità dell'intervento con le norme del PUP e con il buon uso del territorio.
La Giunta provinciale - su proposta dell'assessore Tonina (e su suggerimento del collega Aldeno?) approva la costruzione in piena zona agricola di pregio, nonostante la commissione della stessa Provincia abbia bocciato per due vote il progetto. E se già è grave e incomprensibile che la Giunta abbia deciso di sbugiardare i propri tecnici, mi chiedo secondo quale coerenza amministrativa abbia operato visto che il comma 3 dell’art. 51 del Regolamento urbanistico-edilizio provinciale che che “i provvedimenti provinciali [...] che autorizzano la realizzazione di opere in deroga sono sorretti da una congrua e puntuale motivazione che deve riguardare non solo la sussistenza di uno specifico interesse pubblico e la rilevanza dell’intervento giustificante l’esercizio del potere di deroga, ma anche la prevalenza di tale interesse rispetto all’interesse pubblico perseguito globalmente dalla pianificazione”. E qui l'interesse pubblico quale sarebbe?
Un simile operato dimostra in modo del tutto evidente che il vicepresidente Tonina considera il lavoro di altri, anche quegli degli organi che lui stesso presiede, come orpelli dai quali in fin dei conti nulla deve dipendere. Perché, mutata la legislatura e la parte politica d’appartenenza e il ruolo, evidentemente la prassi di lavoro dev’essere ancora una volta quella di spingere per far andare avanti pratiche singole, nonostante gli interessi complessivi, nonostante chi ha competenze specifiche sul tema ritenesse in scienza e coscienza necessario bloccare il procedimento, e ignorando del tutto un dibattito sviluppato ormai da lustri ad Aldeno e dintorni sulla salvaguardia della plaga agricola.
Ora la palla passa al Consiglio Comunale, che è chiamato a derogare anche sulla volumetria che dagli oggi previsti 1.200 metri cubi dovrebbe autorizzarne 10.000! Confidiamo dunque sulla comunità di Aldeno. Ma ribadiamo quanto sia drammatico che a proporre la delibera sia stato un Vicepresidente che non perde occasione per parlare di fragilità del territorio, di valore del paesaggio, di sostenibilità. Ma questa in fondo è l'ennesima riconferma di una strategia chiara, che unisce un racconto usato per il pubblico e tutt'altro approccio nelle questioni concrete e nei "misteròti".
Lo abbiamo visto con la deroga per il concerto in quota di Moroder, anche allora contro i pareri degli organi preposti; lo abbiamo visto con l'articolo che ha dimezzato i tempi per le osservazioni sul progetto Valdastico modificando il PUP; lo abbiamo visto con il tentativo di riaprire il tema seconde case; e ci è stato infine certificato con le dichiarazioni dell'assessore che, a valle del Friday for future, dichiarava "sulla Valdastico non si torna indietro. Si farà. Esiste pure uno sviluppo compatibile con il rispetto ambientale"! Affermazione, questa, che mi pare riassuntiva di un pensiero alquanto originale sul tema della sostenibilità.
Per questo sono sempre più convinto che l'annunciata volontà di modificare il PUP sia un pericolo, una "volontà di lasciare il segno" (come dichiarato dall’assessore mesi or sono), che non può che preoccuparci, dato che in questo primo anno di governo ci consegnano un "non assessore" all'urbanistica ed all'ambiente, che sta contribuendo fattivamente ad un governo del "cambiamento" che nei fatti si traduce in demolizione di quanto faticosamente elaborato e salvaguardato.
cons. Alessio Manica - Partito Democratico del Trentino
Trento, 2 ottobre 2019
*In allegato l'interrogazione depositata
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