La faccenda del "nuovo" ponte sul Caffaro si trascina ormai da troppo tempo e per questo va risolta bene e senza ulteriori titubanze. L'opera è stata finita nel 2017 ma da allora non è mai stata aperta per problemi resi evidentissimi anche dalle prove di passaggio con mezzi pesanti effettuate in loco il 21 settembre scorso (per farsene un'idea basta guardare i video qui sotto...). Da sempre ho denunciato questa situazione, che appare incresciosa ed incredibile anche in ragione delle ingenti quantità di denaro pubblico spese, sembra, per peggiorare la fluidità del traffico tra Trentino e Lombardia. Il 26 settembre scorso ho deciso però di fare un'azione ulteriore ed ho scritto una lettera aperta al ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia, nella speranza che un suo intervento possa velocizzare la pratica, contribuendo a risolverne le numerose criticità.
Le cose da fare sono tante, ma prima di guardare ai singoli problemi è necessario stabilire un metodo operativo efficiente. Un'opera come il secondo ponte sul Caffaro coinvolge infatti una miriade di enti e società. La mia impressione dopo essermi confrontato con loro è che sussista una certa difformità di vedute su come operare, figlia forse della cattiva comunicazione. Il primo passo da compiere è dunque riunire attorno a un tavolo comune tutti gli enti e società che a vario titolo sono interessate all'opera, in modo da affrontare e sperabilmente risolvere le varie criticità in maniera organica. Passo immediatamente successivo deve invece essere la stesura di un cronoprogramma (la cosiddetta "road map") che stabilisca priorità, tempistiche e modalità degli interventi da realizzare. A mio avviso, già iniziare a lavorare in questa maniera aiuterebbe a condurre la vicenda verso un approdo positivo ed è proprio per questo che ho deciso di scrivere al Ministro Boccia pregandolo di intervenire a riguardo.
La cittadinanza è stufa di questa situazione e più in generale non sopporta più che il denaro pubblico venga speso per dare risultati come quello che si può "apprezzare" al confine fra Bagolino e Storo. È compito delle Istituzioni, e in particolare degli uomini che le animano, fare di tutto perché si possa ristabilire la fiducia verso lo Stato e le sue articolazioni locali. In questo senso la vicenda del secondo ponte sul Caffaro può essere un ottimo banco di prova, anche perché se dovesse essere aperto senza le necessarie correzioni, il rischio che il traffico fra due intere Regioni vada in tilt è tutt'altro che remoto. Dovesse accadere i cittadini sarebbero più che giustificati a passare dallo scherno all'arrabbiatura feroce, per cui è nell'interesse di tutti che questa vicenda si concluda nel migliore dei modi, dando prova che chi amministra la cosa pubblica può, se vuole, risolvere i problemi, non solo crearli.
A seguire il testo della lettera inviata al Ministro Boccia.
Trento, 26 settembre 2019
Onorevole Dott. Francesco Boccia
Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie
per conoscenza
Dott. Sergio Bettotti
Coordinatore della Segreteria Tecnica del Fondo Comuni Confinanti
Oggetto: Road map conclusione lavori per la realizzazione della rotatoria al Km 55.80 della SP 237 del Caffaro al confine tra Trento e Brescia
Gentile Ministro
Mi rivolgo a Lei in qualità di soggetto cui la legge assegna la presidenza del Fondo Comuni Confinanti o la facoltà di nominare un delegato e per le funzioni assegnate dal Regolamento del Comitato paritetico per la gestione dell’intesa.
Come le sarà di certo noto da ormai circa 2 anni fra il Comune lombardo di Bagolino (frazione Ponte Caffaro) e quello trentino di Storo (frazione Lodrone) è stato completato un ponte sul fiume Caffaro che nelle intenzioni di chi lo ha realizzato avrebbe dovuto facilitare il transito del traffico sulla SS 237 tra le province di Trento e di Brescia. Ad oggi detto ponte, per i cui lavori a base d’asta sono stati impegnati 2.550.285,78 euro, non è mai stato aperto. A garantire il passaggio del traffico sull’arteria stradale resta in funzione un antico ponte militare del 1906 che tuttavia denuncia preoccupanti segnali di consunzione ed abbisogna pertanto di un intervento urgente di sistemazione.
Lo scorso 21 settembre si sono svolte alcune prove di passaggio di mezzi pesanti che hanno reso evidente la difficoltà da parte di autoarticolati e corriere di linea ad effettuare la svolta su e dal nuovo ponte a causa degli angoli di curvatura angusti, imponendo forti decelerazioni per affrontare le operazioni di sterzo con i conseguenti, ovvi, rallentamenti destinati di conseguenza a riverberarsi sul traffico veicolare. Queste criticità sono peraltro note da tempo ed hanno suscitato lo sdegno e la rabbia di moltissimi cittadini, non solo residenti nelle zone limitrofe al manufatto. Nel tratto si stima un passaggio medio giornaliero di 7.000 veicoli, con punte superiori ai 10.000 transiti nei periodi di maggior afflusso, cosa che lo rende uno dei principali punti d’accesso dalla Lombardia al Trentino, senza dimenticare che consente di raggiungere la zona turistica delle Dolomiti del Brenta.
Come si vede, la vicenda del cosiddetto “raccordo anulare asimmetrico” sul fiume Caffaro (ma la vulgata popolare parla anche di “rotonda che non quadra”) si dilunga ormai da troppo tempo. Se ne era iniziato a parlare già dal 2010, nell'ambito della discussione delle opere finanziabili con il fondo dei Comuni confinanti (ex fondi Odi). La gara d'appalto ha avuto luogo nel 2014 e i lavori di costruzione sono iniziati nel 2016 per concludersi nel 2017 ma, come detto, il raccordo non è ancora fruibile. Sul tema sono state presentate istanze di accesso agli atti, interrogazioni alla Camera dei Deputati (4-18687del 30.11.17 e 4-18773del 12.12.17), nei consigli della Provincia autonoma di Trento (l’ultima, 125/XVI, risale al 20.12.18) e della Regione Lombardia (ITR2340 del 27.03.18, unica ad aver ricevuto almeno una risposta interlocutoria), senza che tuttavia mai si ottenessero riscontri soddisfacenti e spiegazioni esaustive. A completamento di un quadro già di per sé fosco, risulterebbero inoltre in essere un controllo sulla gestione finanziaria e sulla contabilità pubblica degli enti coinvolti da parte della Corte dei Conti oltre a controversie giudiziarie in sede civile per il risarcimento reclamato da alcuni residenti per i danni sofferti in conseguenza alla costruzione dell’opera.
Tornando alla giornata di sabato 21 settembre 2019, per lodevole iniziativa della nuova amministrazione comunale di Bagolino, insediatasi nel maggio del 2018, sono state organizzate delle prove tecniche per il transito di autoarticolati e di corriere (il cosiddetto modello “biscione”). Erano presenti sindaci e assessori dei Comuni di Bagolino e di Storo, sui cui territori è stata costruita l'opera, i rappresentanti della società che ha eseguito i lavori, gli ingegneri della società di direzione lavori, i responsabili del progetto definitivo nonché personale di Trentino Trasporti Spa, la società che offre il servizio di trasporto pubblico della Provincia autonoma di Trento e che si interfaccia con la società che gestisce il trasporto pubblico nella provincia di Brescia. Assenti invece rappresentanti della Regione Lombardia e della Provincia autonoma di Trento e della segreteria del Fondo Comuni Confinanti. In qualità di Consigliere della Provincia autonoma di Trento ho voluto assistere personalmente alle prove di transito, anche per parlare vis à vis con i rappresentanti dei vari soggetti pubblici e privati interessati alla questione.
Al di là delle già menzionate criticità collegate agli angoli di curvatura, sono emerse altre problematiche che vanno affrontate con la massima sollecitudine per assicurare le necessarie rettifiche e rendere definitivamente disponibile un'opera pubblica incompiuta da troppo tempo che risulta oggetto dello scherno della cittadinanza, per tacere del malcontento crescente che ha ingenerato nella popolazione locale.
Le criticità sulle quali intervenire sono numerose: assetto delle fermate del trasporto pubblico su gomma e del relativo carico/scarico di passeggeri e del transito di pedoni; valutazioni in merito ai pagamenti attualmente sospesi per le imprese coinvolte nella costruzione dell’opera; risoluzione delle controversie giudiziarie tra pubblica amministrazione e privati per l'indennizzo dei danni derivanti dalla costruzione dell'opera; approvazione della perizia per la definizione dell'intervento sul vecchio ponte del 1906; verifica della validità tecnico-ingegneristica delle proposte progettuali sul medesimo antico ponte; tempi e modalità di svolgimento dei lavori di rettifica degli innesti stradali sul nuovo ponte; individuazione di procedure e tempi per l'approvazione della variante d'opera o per l'avvio di una nuova procedura d'appalto al fine di consentire le modifiche del vecchio ponte; conferma del finanziamento a valere sulle somme residue dello stanziamento di 3,8 milioni che fu messo a disposizione nel 2014.
Come si può constatare, è necessario pianificare urgentemente una road mapdegli interventi per dipanare le criticità sopra descritte, procedere finalmente alla definitiva esecuzione dell'opera e quindi alla sua apertura in maniera tale da non causare problematiche ulteriori alla circolazione dei veicoli e delle persone.
Il mio personale auspicio è che Lei, in qualità di Ministro per gli Affari Regionali, possa invitare le pubbliche amministrazioni coinvolte a intraprendere le più adeguate iniziative in ordine alla risoluzione delle problematiche descritte nei paragrafi precedenti e ad assicurare un’attenta supervisione delle procedure affinché la vicenda si concluda in senso positivo per la collettività tutta.
Cordialmente,
Alex Marini
Consigliere della Provincia autonoma di Trento
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Alex Marini (M5S)
Consigliere della Provincia autonoma di Trento
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