Interrogazione cons. Claudio Cia
Negli scorsi giorni i media locali hanno evidenziato come dall'account Twitter ufficiale della Provincia autonoma di Trento, profilo dell'Ente sul noto social network, siano stati pubblicati dei "mi piace" verso un post del segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, che ha voluto condividere al pubblico i propri sforzi per formare un governo volto a escludere la Lega, che in Trentino è al governo della Provincia. Precisamente chi ha cliccato sull’icona del cuoricino, facendolo diventare rosso a conferma della propria scelta (così infatti su Twitter si esprime approvazione), ha voluto manifestare il proprio gradimento al tweet del segretario politico del Pd.
Se a prima vista parrebbe un errore in buona fede, magari di chi si è lasciato scappare un apprezzamento politico personale, espressione di un sentire privato, convinto di essere sul proprio profilo e non su quello ufficiale della Provincia autonoma, scorrendo però la lista dei cuoricini dispensati dall’account della Provincia pare invece trattarsi di qualcosa di più grave di una semplice infatuazione passeggera. Infatti la stessa mano ha anche pensato di elargire apprezzamenti al tweet di Antonio Spadaro, definito dalla stampa nazionale il “sacerdote rosso” di Civiltà Cattolica o “prete anti-Salvini”, per via dei suoi anatemi contro il leader della Lega.
È evidente quindi un uso disinvolto dell'account ufficiale della Provincia, che dovrebbe rappresentare uno strumento di comunicazione istituzionale dell'Ente, mentre invece rischia di disorientare gli utenti, lasciando percepire una precisa inclinazione politica di parte, e non certo rappresentativa della maggioranza scelta dai cittadini trentini il 21 ottobre 2018 e al governo della Provincia, oltre a essere in contrasto con l’imparzialità che dovrebbe caratterizzare chi gestisce la presenza della Provincia sui social network.
Nelle scorse settimane ricordiamo le vesti stracciate di alcuni consiglieri di opposizione per via di commenti sui social da parte di personale di Palazzo Trentini, fino a tirare in ballo le prescrizioni del Codice di comportamento dei dipendenti della Provincia autonoma di Trento: si trattava di commenti a notizie riportate dai media, non ingiuriosi, inviati da profili personali, eppure ritenuti comunque sconvenienti, tanto da causare un richiamo nei confronti dell’autore. Sembra strano che gli stessi solerti osservatori non abbiamo nulla da dire sulla gestione di un canale di comunicazione ufficiale che dovrebbe essere rappresentativo di tutti i trentini e gestito in piena indipendenza e imparzialità.
Una situazione che forse si potrebbe spiegare se ci trovassimo in Svezia, dove è stato portato avanti per alcuni anni un esperimento di “gestione partecipata” dell'account Twitter nazionale, affidando la gestione del profilo a un cittadino svedese per settimana, lasciando a ciascuno la libertà di twittare ciò che preferiva: anche nel felice Paese nordico l’esperimento è stato però abbandonato...
Tutto ciò premesso,
si interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere:
1. a chi fa capo la responsabilità della gestione dell'account Twitter ufficiale della Provincia autonoma di Trento?
2. Se sia consentito, nella gestione della presenza digitale della Provincia sui social network, l’apposizione di gradimenti su messaggi, tweet, o post relativi a singoli partiti o leader politici, che nulla hanno a che fare con l’attività istituzionale della Provincia.
3. Se chi materialmente ha dispensato “cuori” verso tali notizie, non inerenti l'attività istituzionale della Provincia e in chiara antitesi alla maggioranza politica al governo della Provincia sia identificabile, e soprattutto perché non si è provveduto a rimuoverli dopo la polemica sollevata dalla stampa, ripristinando almeno un’immagine di imparzialità.
4. Soprattutto se per tale gestione non imparziale della presenza istituzionale della Provincia sui social network, con i relativi danni d’immagine, saranno previsti richiami o altri provvedimenti.
A norma di regolamento, si chiede risposta scritta.
Cons. Claudio Cia