L’interrogazione a risposta scritta depositata dal consigliere provinciale di FUTURA Paolo Ghezzi.
Preso atto che il presidente della Provincia autonoma di Trento ha:
preso varie iniziative e decisioni per lo smantellamento del sistema dell’accoglienza e dell’integrazione degli esseri umani non italiani richiedenti asilo;
deciso il taglio di organici e fondi al Centro per la cooperazione internazionale, che si dedica a progetti di solidarietà e di formazione per esseri umani non italiani e per residenti trentini che hanno una visione ampia e non provincialistica della solidarietà umana;
annunciato e rivendicato orgogliosamente sabato 31 agosto a Pinzolo la “pulizia etnica” delle case di riposo dai volontari esseri umani non italiani (falsa notizia, perché – come raccontato dal Corriere del Trentino del 5 settembre - i richiedenti asilo in servizio civile continuano a operare, bene accolti, tra gli anziani trentini); esternazione che ha suscitato perfino la dissociazione del principale partner di maggioranza in giunta provinciale, “Progetto Trentino”;
deliberato l’invio di una Nota di rinuncia al Ministero da parte del Dipartimento salute e politiche sociali della PAT rispetto all’attuazione di due progetti già finanziati dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione del Ministero dell’Interno (nello specifico PROG-2355 Impact – Provincia Autonoma di Trento con un budget ammesso a finanziamento di euro 538.000,00 e PROG -2579 – A++ Italiano di base - Provincia Autonoma di Trento con un budget ammesso a finanziamento di euro 491.130,76), causando dunque un danno finanziario all’intera comunità trentina apparentemente solo per l’ossessione ideologica dell’ostilità nei confronti degli esseri umani non italiani.
Richiamati i princìpi fondamentali dell’ordinamento internazionale e italiano e le norme di legge vigenti che condannano ogni atteggiamento di tipo razzista:
la Dichiarazione universale dei diritti umani che sancisce, all’articolo 1, “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza” e all’articolo 2 “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità”;
la Costituzione della Repubblica italiana (art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali);
la legge n. 205/93 (Legge Mancino), “Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa”, che sanziona severamente chi propaganda «idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico»;
SI INTERROGA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
PER SAPERE
1. se non ritenga che le ultime scelte politiche della giunta provinciale e le sue ultime dichiarazioni, in convegni pubblici e alla stampa, contribuiscano ad accrescere un clima di crescente diffidenza, pregiudizio e ostilità nei confronti degli esseri umani non italiani;
2. se la diffusione della xenofobia (mascherata sotto lo slogan “prima gli italiani, prima i trentini”) sia un preciso obiettivo politico, sociale e culturale del presidente della Provincia di Trento e della maggioranza politica che lo sostiene; se sì, per quali motivi politici, culturali o ideologici.
PAOLO GHEZZI
consigliere provinciale FUTURA 2018
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