Si dice che al peggio non c’è mai fine. Lo stiamo sperimentando anche noi trentini grazie alle sciagurate scelte della Giunta Fugatti nel campo della solidarietà e dell’ integrazione. Hanno chiuso i centri di accoglienza periferici per i profughi, hanno tagliato i servizi per l'integrazione, come i corsi di lingua e cultura italiana, l'orientamento al lavoro, la relazione di comunità e anche il sostegno psicologico. Hanno ridotto la possibilità ai migranti di spostarsi con l’autobus sul territorio trentino. Hanno eliminato il vincolo dello 0,25 per cento del bilancio provinciale per la solidarietà internazionale. Hanno spiegato che gli immigrati non possono lavorare all’interno delle case di riposo perché non sanno parlare il dialetto. Attenzione quindi trentini che volete fare assistenza, rispolverate il dialetto se vorrete lavorare in una casa di riposo!
Se tutto ciò non bastasse si è arrivati addirittura alla rinuncia di fondi (circa un milione di Euro) messi a disposizione dell’Unione Europea, che sarebbero serviti per sostenere corsi di italiano per stranieri residenti e per iniziative di dialogo e socializzazione interculturale.
Una scelta inaudita, lo spreco di una opportunità che avrà ripercussioni soprattutto sui lavoratori trentini dell’accoglienza, che hanno visto il loro lavoro vanificato o ridimensionato grazie ai provvedimenti della Giunta. Ricordiamo che sono circa 200 i lavoratori che rischiano di stare a casa entro il 2020, operatori con diverse professionalità, occupati negli enti, associazioni e cooperative sociali che gestiscono i servizi di supporto ai migranti.
Nel marzo scorso era giunta voce di una possibile rinuncia della Provincia alla realizzazione di due progetti nel campo dell’integrazione e per questo avevo presentato una interrogazione per chiedere se la notizia corrispondesse a verità e quindi si intendesse rinunciare ai due progetti, già approvati e finanziati, rientranti del fondo FAMI. Questa interrogazione non ha avuto una risposta scritta istituzionale. Sono passati direttamente ai fatti. La lettera di rinuncia al Ministero è partita.
Le motivazioni di un tale accanimento possono essere molteplici: intolleranza e pregiudizi. Fugatti non è un Presidente che rappresenta tutti i trentini ma solo una piccola parte di questi, sostenitori della Lega. Tagliando servizi, aiuti, ghettizzando queste persone si contribuisce a trasformare nell’immaginario collettivo l’immigrato in un problema per la nostra sicurezza, legittimando quindi operazioni di repressione.
Sono tanti i Trentini che non si riconoscono in queste scelte. Facciamo sentire forte il nostro dissenso, la terra trentina deve tornare ad essere luogo di accoglienza, di tolleranza e di testimonianza di quei valori umani che stanno alla base della civiltà.
Lucia Coppola
Portavoce dei Verdi del Trentino
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