Sette banche dati, tremila voci, 1500 esperti profilati, un unico punto di accesso, aperto e disponibile per tutti: sono i numeri di UniTrento Digital University, l’innovativa piattaforma web che punta a rendere più trasparenti e accessibili le informazioni sulle competenze di ricerca che si possono trovare nell’Ateneo trentino. Il nuovo sistema dell’Università di Trento potrà essere utile, oltre che agli studenti, anche a professionisti, imprenditori, giornalisti e a tutta la cittadinanza perché permette di interrogare la banca dati tramite semplici parole chiave. Basta digitare l’argomento di interesse sul portale di Ateneo alla sezione “Esperti e competenze” e con un click il sistema propone le persone che in UniTrento si occupano della ricerca in quell’ambito. Informazioni che poi si possono approfondire con l’accesso immediato al curriculum, agli studi condotti e alle pubblicazioni, alle tesi di laurea e a tanti altri dettagli. E soprattutto ai contatti diretti.
Unica esperienza in questo senso in Italia e tra le poche al mondo così complete e avanzate, UniTrento Digital University ribalta la prospettiva nei rapporti tra mondo accademico e società. Per la prima volta non servono particolari conoscenze dirette o intermediari: ognuno può ricercare direttamente i propri temi di interesse nell’ampio ventaglio di competenze e studi condotti in Ateneo. Un modo per accorciare le distanze e sentire l’Università più utile e vicina anche alla propria specifica attività.
Semplice nelle modalità di consultazione, ma complessa da mettere a punto, la piattaforma UniTrento Digital University è stata presentata oggi in conferenza stampa da Vincenzo Maltese, responsabile di Ateneo per la gestione e valorizzazione del patrimonio informativo. «Garantire trasparenza e accesso alle informazioni in modo efficiente è ciò che viene chiesto alle pubbliche amministrazioni dall’Agenda Digitale Europea, uno dei sette pilastri per la crescita della Strategia “Europa 2020”. Siamo stati il primo ateneo in Italia ad adeguarci e ad essere presenti sui portali nazionale ed europeo dei dati aperti. Ma abbiamo voluto fare un passo ulteriore rispetto alle tante rubriche telefoniche che si vedono online e provare a offrire un sistema di ricerca davvero semplice ed efficace ai cittadini che cercano informazioni senza conoscere a monte chi se occupa. Non un solo un motore di ricerca esclusivamente automatico, però. Per evitare errori, carenze o informazioni fuorvianti abbiamo chiesto direttamente alle persone di elencare le proprie specifiche competenze tramite un questionario. Le informazioni raccolte sono state poi integrate facendo dialogare in modo automatico ben sette banche dati diverse. Uno sforzo durato circa quattro anni, che ha restituito un prodotto estremamente avanzato e preciso. A livello internazionale esistono pochissimi sistemi di ricerca basati su vocabolari complessi. Ci siamo ispirati al sistema interamente manuale della Harvard Business School e a quello totalmente automatizzato della Johns Hopkins University e abbiamo combinato il meglio delle due soluzioni nella nostra piattaforma».
Tanti i termini di interesse che possono esser ricercati tra oltre tremila voci a disposizione, sia in lingua italiana sia in inglese. Parole semplici e di attualità come “cambiamento climatico”, “genoma”, “malattie neurodegenerative”, “Cina” o “populismo” fino a termini più scientifici, specialistici o settoriali, interessanti ad esempio per imprenditori o professionisti come “data science” e “big data”. Il vocabolario dei termini – o “tag” in linguaggio informatico – potrà ampliarsi ulteriormente in futuro per adattarsi a nuove esigenze dall’esterno o linee di ricerca.
«Allo sviluppo di questo progetto hanno lavorato circa 120 persone del nostro Ateneo in quattro anni» ha aggiunto il rettore Paolo Collini. «In questo senso possiamo dire che sia stato uno sforzo corale, raro nella pubblica amministrazione, dove si è soliti lavorare per compartimenti stagni. Qui la collaborazione tra il settore informatico, l’ufficio legale, la comunicazione, le risorse umane, il personale accademico e persino gli studenti che hanno partecipato ha dato un risultato eccellente. Il progetto è unico nel suo genere anche perché è frutto di uno specifico lavoro di ricerca in ambito informatico. Possiamo considerarlo come un esempio riuscito di trasferimento tecnologico che porta un vantaggio all’Ateneo ma che poi si potrà anche esportare come modello».
Ad esempio, UniTrento Digital University potrà dare un contributo importante alla governance dell’Ateneo per perfezionare le decisioni sugli investimenti in politiche per la ricerca, ad esempio evidenziando carenze di organico in qualche settore. Sarà un utile strumento anche per gli studenti e le studentesse dell’Ateneo. Grazie al nuovo sistema sarà possibile controllare gli orari o i programmi degli insegnamenti di un particolare docente, consultare le sue pubblicazioni, i suoi avvisi sulla didattica, i progetti a cui sta lavorando o individuare il relatore più adatto per la propria tesi di laurea.
Per approfondire o provare la nuova piattaforma UniTrento Digital University basta andare sul portale UniTrento ("people") o accedere dal link: https://www.unitn.it/du
Fotografie del team UniTrento Digital University (da sinistra, Teresio Poggio, Vincenzo Maltese, Eyuel Haile e Juan Laconich) e della nuova dirigente Alessandra Montresor.
(©Giovanni Cavulli per UniTrento)
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(a.s.) - Ufficio Stampa – Rettorato
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