Il Consigliere Paolo Ghezzi, esprimendosi sulla riapertura del punto nascite di Cavalese e parlando del “costo medio per parto” afferma che “la politica non è ragioneria, ma il ragionare politico non può prescindere dai numeri, cha vanno messi sul tavolo. Sempre”. Oltre al sempre, i numeri vanno messi sul tavolo tutti.
Credo sia necessario, per questo motivo, prendere in mano alcuni di questi numeri, tenendo conto del fatto che prima di considerare i "costi" dovremmo dare priorità alla ricerca del benessere dei nostri cittadini.
Si pensi alle oltre 40.000 persone che abitano nelle tre Valli dell’Avisio (oltre 11.000 in Valle di Cembra, oltre 20.000 in Valle di Fiemme, oltre 9.500 in Val di Fassa), cui si devono aggiungere centinaia di migliaia di turisti che arrivano nel corso dell’anno. Questi cittadini, esattamente come quelli che abitano in città, hanno diritto ad un servizio efficiente a cui debbono poter rivolgersi velocemente in caso di necessità, se non altro perchè pagano le stesse tasse.
O si pensi ai 60,5 chilometri che separano Cavalese da Trento (che diventano 84 se una famiglia decide di partire da Moena), non proprio una passeggiata di salute. Oppure le numerose donne che si sono ritrovate a partorire in ambulanza, a causa della fretta di venire al mondo dei loro piccini e del fatto che le condizioni climatiche avverse avevano impedito all’elisoccorso di entrare in azione (senza considerare i disagi di una simile operazione, e i costi dell'elisoccorso). O ancora, le persone che sono state salvate grazie all'anestesista in guardia notturna a Cavalese, presente grazie alla riapertura del punto nascita. Senza dimenticare gli anni in cui le Giunte di centrosinistra, attraverso una campagna pubblicitaria, invitano le future mamme delle Valli a partorire a Trento, perché più sicuro.
Nel corso del suo intervento il consigliere di Futura parla di “sottrarre la questione alla polemica politica sganciata dai fatti”. Ebbene, questi sono fatti.
La sua collega di partito, la Consigliera Coppola, ha evidenziato in un’interrogazione (come io ebbi a fare nel 2015) il problema delle “stanze miste al Santa Chiara”. Per ovviare anche a simili problemi sono convinto sia necessario potenziare gli ospedali periferici, dotandoli di pronto soccorso efficienti in cui dovrà essere assicurata la presenza H24 di un’anestesista e di medici di medicina d’urgenza, reparti di medicina e lungodegenza, chirurgia di base e poliambulatori. Oltre a ciò, per quanto riguarda in particolar modo i punti nascita, la loro valorizzazione passa attraverso l’attivazione di reparti di screening e ginecologia.
Consigliere Ghezzi, pensa forse che chi abita nelle valli, in situazione di necessità, debba rimanere lì fermo, aspettando Godot? Considerato che è proprio lei a definirsi “Essere umano”, non si può non pensare alla celebre uscita fantozziana entrata ormai nel nostro vocabolario quotidiano: “Come è umano lei!”.
Cons. Claudio Cia
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