In Trentino sono oltre 300 i castelli, le rocche, le sedi fortificate, le cinte murarie e i ruderi che fanno parte di un patrimonio storico-culturale e architettonico straordinario.
Alcuni dei castelli, come il Castello del Buonconsiglio di Trento, Castel Beseno sopra Calliano o Castel Thun in Val di Non, sono in mano pubblica ed ospitano musei ed esposizioni. Altri servono ancora oggi come abitazioni, alcuni dei quali sono comunque in parte visitabili.
La Val di Non è la terra trentina che può contare il maggior numero di castelli e residenze nobiliari. Antichi palazzi testimoniano la storia antica e gloriosa di questa terra. Molti castelli sono stati trasformati in eleganti residenze private, altri palazzi sono stati sapientemente restaurati e oggi sono sedi di mostre, esposizioni temporanee di grande importanza.
Non così è per Castel Malosco, castello medioevale che sorge nell’omonimo paese.
I primi documenti riguardanti il maniero risalgono al 1188, ma il primo riferimento esplicito risale invece al 1228, quando Pietro di Malosco, nel suo testamento, lo lasciò in eredità ai fratelli Bertoldo ed Enrico. Il castello passò quindi varie volte di mano, diventando di proprietà tra gli altri dei Boymont e dei Neideck. Nel 1579 Vittore Neideck lo cedette a Girolamo Guarienti che lo ristrutturò. I Guarienti mantennero il possesso del castello fino al 1820 quando si estinsero e il castello passò al demanio austriaco che vi insediò l’ufficio giudiziario di Fondo.
Nel 1863 subì una profonda ristrutturazione per adattarlo alle esigenze dell’ufficio giudiziario a cui dobbiamo l’aspetto attuale: vennero abbattute le mura esterne, aperte finestre più ampie, ridefiniti gli spazi interni e spostato l’ingresso.
Nel 1892 vi nacque il celebre artista Fortunato Depero, il cui padre viveva nel castello in quanto dipendente dell’amministrazione austriaca. Dopo la prima guerra mondiale vi trovò sede prima la pretura di Fondo e poi quella del Libro Fondiario, finché negli anni’80 non venne lasciato inutilizzato dall’amministrazione pubblica. Da allora il castello ha subito un forte degrado anche se non in maniera irreversibile. La proprietà di Castel Malosco è stata trasferita al Demanio della Provincia di Trento con D.Lgs. 21 dicembre 1998, n. 495. L’immobile è inoltre vincolato con D.M. del 16 ottobre 1948, ai sensi della L. 1089 del primo giugno 1939.
Nel 2006 partì un progetto per il suo recupero che però, nonostante un’importante stanziamento finanziario nel 2012, non ha ancora portato ad un suo risanamento completo. L’impostazione attuale, molto semplice, conserva un tratto della cinta muraria e il palazzo rinascimentale, compatto e massiccio, sviluppato attorno alla torre-mastio medievale. Attualmente Castel Malosco è quindi di proprietà pubblica ed è disabitato, in attesa di restauri che lo rendano visitabile.
In una risposta ad una interrogazione del 2012 su Castel Malosco l’allora assessore Panizza dichiarò che il castello necessitava oltre che di opere di consolidamento, anche di interventi di restauro architettonico, di restauro delle superfici decorate e opere impiantistiche che però erano interventi legati all’individuazione della destinazione d’uso.
Inoltre affermava che per l’organizzazione degli ampi spazi interni posti in sequenza, le caratteristiche di localizzazione del bene e l’ampio parco circostante, una progettazione architettonica preliminare aveva previsto per il castello una destinazione pubblica e museale generica finalizzata alla valorizzazione del territorio.
Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della provincia di Trento per sapere:
Lucia Coppola
consigliera provinciale FUTURA
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