Sono trascorse alcune ore dalla deliberazione riguardante la variante al PRG del Comune di Trento, avvenuta a seguito di una cinque giorni di Consiglio Comunale molto tirata. Il Sindaco Andreatta è riuscito nel suo intento di intestarsela, avendo trattenuto – molto discutibilmente – la competenza in materia. Tuttavia sembra da evidenziare come – nel corso degli interventi in aula – gli stessi membri della maggioranza abbiano fatto emergere uno scarso entusiasmo per questa variante. L’impressione diffusa è che essa dovesse portare alla risoluzione di alcuni compitini lasciati in sospeso prima del termine della legislatura. Le caratteristiche dettate dal Sindaco di lungimiranza e di condivisione sono state più volte messe in discussione dai consiglieri e anche il principio cardine della eco-sosteniblità e del consumo zero di suolo sono state alla fine oggetto di trattazione. Le centinaia di emendamenti presentati dall’opposizione hanno offerto molto materiale alla discussione e alla fine si è trovata la quadra su un maxi emendamento votato favorevolmente da più parti.
Pare corretto ricordare che – quella appena deliberata – è una variante al PRG esistente e non un nuovo PRG. Tuttavia, vista l’importanza e l’aspettativa che questo atto aveva per la nostra città sembrerebbe proprio che, anche questa volta, la montagna abbia partorito un topolino. Troppo evidente la mancata concertazione con un piano di sviluppo della mobilità sostenibile.
Non si possono, a nostro parere, affrontare temi così importanti come fossero compartimenti stagni invece che fondamenta equiparabili per lo sviluppo della città. Nella variante non si fa alcun cenno all’ipotetico collegamento tranviario Nord-Sud e anzi, invece di optare per un modello green, è risaputo che a breve verranno messi a bilancio il raddoppio del parcheggio ex-Sit e quello di Monte Baldo. Discorso a parte vale invece per l’ipotesi progettuale dell’area ex-Italcementi: se inizialmente si era parlato di un’area parcheggi da mille posti auto, ora sono già diventati duemila. Appare importante invece il riferimento all'interramento della ferrovia, ma anche in questo ci si chiede se sia possibile che una variante al PRG si metta in moto prima di sapere se un intervento così complesso e rivoluzionario sia fattibile o meno.
Su tutto quanto discusso e approvato avremo modo di approfondire, ma chiudiamo riprendendo due estratti di interventi resi alla stampa il giorno dopo l’approvazione. Uno è del Sindaco, l’altro del componente della maggioranza riferibile al Gruppo dei Verdi. Probabilmente – ad un Sindaco che aveva infilzato la tartina della variante del PRG con una bandierina di eco-sostenibilità e di consumo zero di territorio – arrivare alla trattazione e approvazione di un nuovo bacino idrico sul Monte Bondone sembra non inficiare quanto era stato premesso e promesso.
Mauro Corazza
Coordinatore territoriale AGIRE per il Trentino – Città di Trento
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