Tra i partner dell’iniziativa c’è anche la Federazione Trentina della Cooperazione. Nel programma di incontri di due giorni una serie di realtà della cooperazione sociale e di imprese agricole della Carnia e del Cadore. La collaborazione tra pubblico e privato è fondamentale per evitare lo spopolamento dei territori marginali. L’esperienza di successo dell’Albergo diffuso.
La Carnia, in provincia di Udine, e il Cadore, in Veneto, hanno ospitato mercoledì e giovedì la ‘pilot study visit in Italy’ del progetto europeo Sentinel, che coinvolge dieci organizzazioni di sei Stati: Germania, Slovenia, Ungheria (capofila), Polonia, Repubblica Ceca e Italia. Il nostro Paese è rappresentato dalla Federazione Trentina della Cooperazione e dal Cei - Central European Initiative, che è un organismo internazionale intergovernamentale con sede a Trieste.
Sentinel, cofinanziato dal programma Interreg Central Europe, ha come obiettivo quello di rafforzare il ruolo delle imprese sociali individuate come strumento di promozione dello sviluppo delle aree periferiche dell’Europa dell’Est.
Le visite della due giorni, a realtà della cooperazione sociale e a imprese agricole, sono state coordinate dal Cei insieme alla cooperativa Cramars di Tolmezzo, fondata nel 1997 con l’obiettivo di sviluppare le risorse umane nei territori marginali.
Il percorso delle visite è cominciato con la cooperativa sociale Rinascita, nata dopo il terremoto del 1976, che ospita, in forma stabile o nel proprio centro diurno, una trentina di persone con disabilità intellettiva. “Ci impegniamo - ha riferito ai partecipanti al meeting la psicologa Sara Toppano - per dare alle persone l’idea che vivono in una famiglia”.
Simile l’esperienza della Comunità Piergiorgio, alla periferia di Tolmezzo, immersa nel verde, che accoglie negli appartamenti e nel centro diurno una trentina di disabili, alcuni dei quali sono presenti nel cda della onlus.
Interessante è stata anche la visita alla sede storica, che risale al 1930, della Latteria cooperativa di Tolmezzo, dove i soci lavoravano a turno il latte, conferito due volte al giorno. Dal 2010 è attivo il nuovo caseificio a Sutrio, dove 100 soci conferiscono il loro latte, con una produzione nei periodi di punta di 180 forme al giorno.
Ha contribuito al mantenimento della popolazione in montagna negli anni pesanti del dopo terremoto e della crisi del comparto dell’occhiale l’esperienza della cooperativa Albergo diffuso. La cooperativa gestisce per conto dei soci a Comeglians e in due paesi confinanti 25 appartamenti con 90 posti letto. Il progetto è stato elaborato con la collaborazione del Politecnico di Zurigo. I proprietari hanno ristrutturato i propri immobili con il sostegno di fondi pubblici impegnandosi in cambio a mettere a disposizione per almeno 10 anni per la ricettività turistica i loro alloggi. La cooperativa, che ha tre dipendenti fissi e due stagionali, gestisce le prenotazioni e una reception in comune e cura le pulizie e le piccole manutenzioni. Molti ospiti, soprattutto nella stagione invernale, arrivano dai Paesi dell’Est. La media delle presenze è di 6 mila all’anno. Dice la presidente Lucia Miotti: “Abbiamo salvato borghi dallo spopolamento, evitato la cementificazione, creato movimento turistico verso località marginali”.
La seconda giornata del meeting è stata dedicata alle visite in Cadore. Al centro di vari incontri l’attività della cooperativa sociale Cadore, che dal 2008 è impegnata per il reinserimento nel mondo del lavoro di persone svantaggiate: con dipendenze da alcol, stupefacenti o dal gioco, oppure in situazioni di disagio fisico o psichico. Lavorano con la cooperativa fino a 200 persone, occupate nelle manutenzioni ambientali, nelle pulizie, nella gestione di impianti di risalita, di bar, musei. La delegazione di Sentinel ha visitato fra l’altro il minigolf con 18 buche gestito dalla cooperativa in prossimità del laghetto di Mosigo di San Vito di Cadore. L’impianto è affiancato da una pista per go-kart e da un’area con gonfiabili. In base alla convenzione sottoscritta con il Comune, il 40 per cento dei ricavi totali spetta alla cooperativa, mentre il 60 per cento è girato al Comune. Come è stato sottolineato in più momenti del meeting, l’attivazione di sinergie tra pubblico e privato è fondamentale per il successo delle iniziative di valorizzazione del territorio. Non a caso, nella compagine sociale della cooperativa Cadore figurano anche 11 Comuni.
Il tour delle visite del programma di Sentinel si è concluso nel piccolo centro di Vallesina dove la cooperativa Cadore ha avviato una attività di coltivazione di carciofi di montagna e di erbe con l’obiettivo di creare dei posti di lavoro per disoccupati. In passato sono stati coinvolti nell’iniziativa fino a 50 emigrati dall’Africa che, come ha spiegato il fondatore della cooperativa e presidente onorario Claudio Agnoli, “hanno potuto imparare un lavoro e fare esperienza della cultura europea, integrandosi nella comunità”. Le recenti norme sull’immigrazione e il taglio nei fondi per l’accoglienza hanno posto fine a questa bella esperienza.
"Rimanere uniti permette di mantenere vivi i territori": Francesco Gabbi, ricercatore, consulente del progetto Sentinel per Federcoop, traccia con queste parole un breve bilancio della pilot study visit della Carnia e Cadore.
La prossima sessione del progetto Sentinel sarà ospitata dal partner della Slovenia a Maribor a fine settembre.
Ufficio Stampa Federazione Trentina della Cooperazione
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