Desta sconcerto l’annuncio, da parte della Giunta provinciale, di alcune novità normative contenute nell’assestamento di bilancio che sarà votato dal Consiglio provinciale questo mese. Sebbene sia doveroso attendere il testo finale che scaturirà dal voto dell’aula, è evidente che la Giunta non si esime dal colpire i diritti e la solidarietà. Tutto in nome del “programma”.
Per ora evidenzio soltanto due punti. Con un tratto di penna si vuole cancellare la solidarietà internazionale. Infatti “viene abolito l’obbligo di destinare lo 0,25% del bilancio della Provincia per finanziare il capitolo della solidarietà internazionale. Sarà la Giunta provinciale, in base alla risorse disponibili, a stabilire la quota da destinare a questi interventi, come per tutti gli altri settori di spesa”. Ci auguriamo che il Consiglio provinciale respinga questa volontà: sarebbe gravissimo che una delle leggi più innovative varate dal Consiglio, quella appunto sulla cooperazione internazionale, venga accantonata distrattamente in un assestamento di bilancio. Gli operatori di questo settore (lo sa il presidente Fugatti che sono “trentini”?) attendono da mesi risposte diverse. O almeno un ascolto che è stato completamente insufficiente.
Non mancano i provvedimenti discriminatori verso gli stranieri residenti. Così si legge nella nota della Giunta: “Per l’erogazione di contributi o servizi di carattere pubblico provinciali, i cittadini non appartenenti all’Unione europea, congiuntamente alla specifica domanda, devono presentare una dichiarazione sostitutiva attestante fatti, stati e qualità verificabili (ad esempio il possesso di un immobile) presso soggetti pubblici o privati italiani; qualora tali stati, fatti e qualità non siano verificabili presso soggetti italiani, dovranno essere documentati da un certificato rilasciato dallo Stato estero di provenienza”. Peccato che una sentenza del Tribunale di Milano del 13 dicembre 2018 dichiarava “discriminatorio e illegittimo richiedere ai cittadini stranieri una documentazione diversa da quella diversa agli italiani per l’accesso alle prestazioni sociali”. Il Comune di Lodi per l’erogazione di contributi pubblici aveva stabilito che i cittadini non appartenenti alla UE dovevano presentare, accanto all’Isee, dichiarazioni consolari attestanti l’assenza di reddito nel Paese di origine. Non c’entra la questione delle mense.
Nel nostro caso di che cosa si tratta? Un’autocertificazione? Sembra di no. Quali sono i soggetti pubblici o privati italiani che dovranno certificare che una persona proveniente dall’Angola non abbia una casetta di vacanze nel suo sperduto villaggio di origine? Non prendeteci in giro. Oppure Fugatti pensa di dare ulteriore lavoro alle ambasciate italiane? Comunque sia questo provvedimento certifica due trattamenti diversi per cittadini e per stranieri.
PS: cari consiglieri e care consigliere della Lega, so già come mi risponderete, ma questi provvedimenti finiscono per danneggiare la comunità trentina nel suo complesso, dividendola, creando persone di serie A e di serie B. Rendendo la vita difficile agli stranieri residenti la rendete difficile anche ai trentini. Un giorno la gente se ne accorgerà.
Piergiorgio Cattani
Presidente di FUTURA – Partecipazione e Solidarietà
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