Il 26 giugno 2019 è stata presentata a Roma la relazione annuale sui dati relativi all’andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali nel 2018. Lo scorso anno in Trentino le morti sul lavoro sono state 7, alle quali si aggiungono 2 morti a causa dell’amianto. Oltre ai decessi vi sono stati centinaia di menomati: 770 di cui 540 a seguito di infortunio e 230 a seguito di malattia professionale, il 2% in più dell'anno precedente. Nel 2018 le denunce di infortunio sul lavoro in Trentino sono state 8.344 Tra gli infortuni accertati e indennizzati, ci sono i 540 lavoratori e lavoratrici menomati, di cui 11 con un grado di menomazione superiore al 25% e di essi 4 menomati per più del 50%. Ma al conto degli infortuni va aggiunto quello delle malattie professionali. Nel 2018 in Trentino le denunce di malattie professionali sono state 408, in aumento sulle 373 del 2017. Con riferimento alle malattie professionali correlate con l'asbesto (amianto), oltre ai due decessi ci sono anche tre menomati, cioè malati, sempre per l'amianto killer.
Nei primi 5 mesi del 2019 in Trentino 3 persone sono morte sul lavoro. Sempre in questi mesi in Trentino le denunce di infortunio sul lavoro sono state 3.354 contro le 3.449 dello stesso periodo del 2018. Gli incidenti in agricoltura sono stati 239, rispetto ai 274 dei primi cinque mesi dell'anno scorso. Nelle cave si passa da 2 a 7 infortuni. Nell'industria manifatturiera c'è un leggero incremento da 349 a 353, mentre nelle costruzioni gli infortuni scendono da 168 a 160. Le denunce di malattie professionali sono in questi primi cinque mesi dell’anno 188, di cui 135 riguardano il sistema osteomuscolare, vero problema emergente nel mondo del lavoro. Si tratta di disturbi muscolari-tendinei correlati a movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori, e patologie osteoarticolari da sovraccarico del rachide, rilevate soprattutto nell’edilizia e nella sanità.
Nella nostra provincia si muore ancora di amianto. L'eternit, noto come cemento-amianto, è un materiale di copertura che è stato largamente impiegato per la produzione di tetti nella tipica conformazione ondulata, oltre che in numerose altre applicazioni. Nel 1943 la Germania ha riconosciuto che l'inalazione delle sottili fibre di questo materiale provoca il cancro ai polmoni - il cosiddetto mesotelioma - disponendo il risarcimento ai lavoratori che ne avevano subito le conseguenze. In Italia l'estrazione, la produzione e la commercializzazione dell'amianto e dei vari prodotti da esso derivati è vietata dalla legge 257/27 del marzo 1992. Da allora è partita la bonifica delle strutture realizzate con questi materiali. Secondo l'Osservatorio nazionale amianto, il mesotelioma, che "presuppone sempre l'esposizione ad amianto, salvo rari casi", provoca circa 1.800 morti all'anno, cui vanno aggiunti circa 3.500 decessi causati dai "tumori polmonari per amianto", per un totale che supera 5mila vittime all'anno nella sola penisola.
In Trentino dal 2012 ad oggi sono stati censiti 1.643 siti con presenza di amianto, di questi 740 sono stati bonificati, per 151 sono in corso i lavori di bonifica, 336 sono i siti da bonificare e 416 sono quelli senza obbligo urgente di modifica.
La Giunta provinciale ha recentemente aggiornato l’elenco dei beni contenenti amianto, distinguendoli a seconda degli interventi necessari: il primo contenente siti con obbligo di bonifica, il secondo con il solo obbligo di rivalutazione.
Dalla stampa si apprende che la Provincia autonoma di Trento dovrebbe essere in procinto di attivare, in ritardo rispetto alle altre Regioni, il Piano nazionale di prevenzione per i lavoratori, previsto dalla L.257/92, per l’individuazione dei posti di lavoro e delle lavorazioni che presentano rischi all’esposizione dell’amianto e quindi per le persone che ne vengano in contatto, alla patologia neoplastica del mesotelioma.
I dati riportati dall’Inail ci dicono che in Trentino molto si deve ancora fare per aumentare la sicurezza dei luoghi di lavoro.
Si conferma la necessità di continuare ad investire nella formazione per la sicurezza, nella prevenzione, da sempre uno dei punti critici, e nei controlli che devono essere frequenti e puntuali.
Mai abbassare la guardia, ma moltiplicare gli sforzi per rendere gli ambienti lavorativi più sicuri. E’ fondamentale quindi l'impegno dei datori di lavoro, dei singoli lavoratori e anche proseguire una sensibilizzazione degli studenti che frequentano le scuole professionali, i futuri lavoratori che devono essere pienamente coscienti delle norme e delle prassi a salvaguardia della loro salute e sicurezza.
Tutto ciò premesso si interroga il presidente della Provincia autonoma di Trento per sapere:
LUCIA COPPOLA | consigliera provinciale FUTURA 2018
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