Dopo nove anni lascia il presidente Renato Dalpalù: “al nuovo presidente Simoni consegniamo un consorzio che ha ripreso la strada dell’efficienza e redditività”.
“Dobbiamo tenere saldi i valori fondanti, ma nel contempo adeguare i modelli organizzativi. Se c’è una crisi nell’etica cooperativa, questo è lo scadimento del senso di responsabilità”.
Il nuovo presidente Roberto Simoni: oggi il Sait è una azienda che riesce a competere con la concorrenza e a stare sul mercato. È la condizione preliminare per poter fare attività capillare sul territorio, anche a favore delle realtà più svantaggiate e periferiche.
Nove anni sicuramente intensi, a tratti drammatici, cominciati con l’inaugurazione della nuova sede a Spini, passati per una radicale ristrutturazione, e terminati con un bilancio record su cui pochi avrebbero scommesso solo due o tre anni fa. Renato Dalpalù, presidente per tre mandati, ha lasciato oggi la guida del consorzio a Roberto Simoni, eletto dall’assemblea dei soci con 291 voti. Il secondo candidato, Sandro Bella, si è fermato a 110 voti.
All’assemblea sono intervenuti numerosi ospiti, tra cui il presidente di Coop Italia Marco Pedroni, il sindacalista Walter Alotti, segretario generale della Uil trentina (“significativa la presenza dei sindacati”, ha salutato ringraziando Dalpalù), la presidente della Federazione Marina Mattarei(“Insieme abbiamo dimostrato che sappiamo superare i momenti difficili”), il presidente del Gruppo Cassa Centrale Banca Giorgio Fracalossi (“Orgogliosi di Ccb”, ha commentato Dalpalù, che ha ringraziato l’istituto per la vicinanza nella fase di ristrutturazione del debito), l’ex presidente della Federazione Diego Schelfi (“Abbiamo bisogno di persone che si impegnano”), il presidente di Cooperfidi Renzo Cescato e il direttore Michele Sartori.
In rappresentanza della Provincia autonoma ha portato il saluto della Giunta il vicepresidente Mario Tonina. Il quale, tra l’altro, ha annunciato che in sede di assestamento di bilancio sono aumentati gli stanziamenti a favore dei negozi multiservizi nelle zone svantaggiate di montagna, che passano da 2 a 2,9 milioni di euro.
Ringraziamenti sono arrivati da molti presidenti di cooperative, come Georg Meyer (coop Naves in Val Pusteria), Clara Mazzucchi (vicepresidente vicaria di Federconsumo), Paola Dalsasso (Val di Fiemme), Francesca Broch (Primiero), Giulia Tasini (Mori).
Roberto Simoni, commercialista di Pinzolo, presidente della locale Cassa Rurale, già presidente del collegio sindacale di Sait e presidente di Promocoop trentina, ha accolto con soddisfazione e responsabilità l’esito della votazione. “Sono fermamente convinto – aveva detto in assemblea presentando la propria candidatura - che siamo a metà del guado, guai abbassare la guardia e pensare ad un ciclo concluso, occorre gestire il quotidiano con attenzione e rigore, cercando di mantenere una visione sul futuro pronta a cogliere mutamenti del contesto e attenta a gestire a proprio favore ogni opportunità che il mercato ci propone.
Oggi Sait è una azienda che riesce a competere con la concorrenza e a stare sul mercato. È la condizione preliminare per poter fare una attività capillare sul territorio, anche a favore delle realtà più svantaggiate e periferiche, facendo sopravvivere presìdi insostituibili che sono la nostra identità e la nostra storia.
Mi sento di impegnarmi per il pieno rispetto delle persone, la sensibilità e l’ascolto nei confronti di chi la pensa in modo diverso”.
Sandro Bella, già presidente della Famiglia Cooperativa Terme di Comano e della Cassa Rurale don Guetti, nel suo intervento di presentazione ha confermato il ruolo fondamentale del consorzio, perché “è importante prima di tutto avere un sistema forte che sta sul mercato. Ma il consorzio deve rispondere in primo luogo alle Famiglie cooperative, che sono i primi interlocutori. Va rivendicata la nostra autonomia. Dobbiamo mettere mano al sistema di rappresentanza della governance”.
La relazione di Dalpalù
Nella sua lunga relazione di bilancio dei tre mandati alla presidenza, Dalpalù poco prima aveva ripercorso il lungo processo che ha portato il consorzio a risanare il bilancio con una drastica politica di contenimento dei costi. Dalpalù si è commosso ricordando la fase difficile dei licenziamenti.
“Il processo di contenimento dei costi si è rivelato indispensabile sia per sostenere la convenienza delle nostre forniture e quindi la competitività di sistema sia per tenere sotto controllo la posizione finanziaria netta, ed è stato realizzato per metà a carico del costo del lavoro, mentre per il resto è derivato dalla revisione di tutti gli altri centri di costo”, ha affermato.
I risultati si vedono: la posizione finanziaria netta (Pfn) è diminuita da 105 a poco più di 35 milioni, la redditività è aumentata, il risultato di sistema, comprensivo di Sait e Famiglie Cooperative, nel 2018 è positivo per 7 milioni, dopo che nel 2016 il risultato di gruppo era pari a 200mila.
Dalpalù ha criticato la scelta di alcune Famiglie Cooperative di abbandonare il Sait: “sul mercato vince sempre il lavoro vero, cioè l’efficienza; non vincono le fughe dalle proprie pecche sotto le ali protettrici del concorrente travestito da angelo salvatore. Questo – ha continuato Dalpalù – è un messaggio che vorrei lasciare a quanti sembrano guardare con eccessiva simpatia a questi deleteri cambi di bandiera”.
Dalpalù ha annunciato che a breve sarà conclusa l’operazione societaria che porterà il Sait ad avere il controllo totale sul Superstore di Trento, dopo aver ceduto quello di Rovereto. “Verrà ristrutturato nei prossimi mesi e riassumerà il ruolo di ammiraglia della nostra cooperazione tra consumatori”.
Nel rilancio si inserisce anche la complessa partita del riuso di un’area strategica per il capoluogo quale l’ex sede di via Maccani. Dopo la modifica della destinazione urbanistica, sta prendendo forma uno studio di ipotesi insediativa in grado di coniugare la valorizzazione dell’area con la valorizzazione della città.
Nel suo commiato dall’assemblea, Dalpalù ha ringraziato tutti – in particolare il direttore Luca Picciarelli per il suo metodo manageriale saldamente ancorato alla concretezza e alla produttività, i consiglieri per aver resistito con dignità ai molti condizionamenti, i dipendenti per aver affrontato con responsabilità il piano di riorganizzazione - con la consapevolezza “che in Sait abbiamo sempre preferito affrontare i problemi di petto: nessun eroismo, soltanto serietà, coerenza e un discreto coraggio”.
“Dobbiamo saper tenere saldi i valori fondanti, ma nel contempo adeguare e innovare continuamente i modelli organizzativi che li esprimono. Se c’è una crisi nell’etica cooperativa, questa è lo scadimento del senso di responsabilità. Coniugare efficienza e spirito mutualistico, ovvero giocare due partire contemporaneamente: questa è la sfida”, ha concluso Dalpalù.
Il rinnovo delle cariche sociali
L’assemblea ha rinnovato anche parte del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale.
Sono stati confermati i consiglieri Paola Dalsasso (311 voti), Romedio Menghini (349 voti), Heinrich Grandi (341 voti), Mauro Rizzi (353), Alessandra Cascioli (365 voti). I nuovi consiglieri sono Angelo Jamoretti (il diciannovesimo, nuovo rappresentante delle cooperative fuori regione, 364 voti) e Renzo Tommasi (al posto di Clara Mazzucchi, che ha concluso il ciclo di tre mandati, 312 voti).
L’assemblea ha anche parzialmente rinnovato il collegio sindacale, a seguito delle dimissioni di Roberto Simoni. Eletto presidente del collegio sindacale Paolo Bresciani, già sindaco effettivo. Al suo posto entra Michela Sartori (già supplente). Nuovo sindaco supplente Cristina Roncato.
Area Stampa e Comunicazione | Federazione Trentina della Cooperazione
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